Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta Schiller

Il Nunc Stans e Beethoven

Il Nunc Stans e il problema del dinamismo beethoveniano . Il Nunc Stans è l’attimo sublime che diviene eterno perché è come una veduta di scorcio del paradiso, non importa quanto lunga o breve. Se noi paragoniamo questo ai momenti di dinamismo (le esplosioni del fortissimo in seguito a tensioni agogiche e dinamiche, i ritmi e gli andamenti marcati e concitati, l’espressione gioiosa, ecc...) notiamo come queste facciano parte del coté della volontà di potenza e come riportino al versante umano dell’espressione musicale. Come si conciliano questi due versanti? Il primo movimento della quarta sinfonia di Beethoven ne è un esempio eclatante. L’introduzione lenta risponde alla prima istanza (Nunc Stans) mentre l’inizio effervescente del primo tema è un esempio della seconda esigenza. Le due non si pongono in contraddizione e non si annullano reciprocamente, ma sono senz’altro in rapporto dialettico tra loro. Si tratta di stabilire la vera natura di tale rapporto. Io propenderei per...

Beethoven e il classico ideologico

In  Beethoven  l’amore per l’equilibrio formale e per la simmetria si esprime attraverso l’intenzione dell'equilibrio formale e della simmetria (nel senso di  intenzionalità  di  Brentano ): tale intenzione presiede l'ispirazione con una intensità tale da potersi definire ideologica. Nella  forma sonata  delle  sinfonie beethoveniane , la simmetria, prima sparsa ( esposizione ) e poi riagguantata con forza ( sviluppo  e  ripresa ) assume la valenza di architrave di una perfezione che si potrebbe definire quadrata, intesa cioè quale espressione di moralità e bellezza insieme, secondo un ideale  schilleriano  (le  anime belle , virtuose per istinto). E', mi sembra, ciò che  Jankelevitch , contrapponendo questo mondo a quello di  Debussy , ha chiamato “la ragione degli avvocati”, la  dialettica  ideologica di tesi-antitesi-sintesi mirante a giustificare – in modo  hegeliano  (Carl D...

Poetiche

Potremmo affermare che la poetica di Schumann è l’espressione della filosofia di Schelling sul contrasto/connubio (allontanamento e riunificazione) tra uomo e natura (villa e bosco, città e campagna, fuga dalla villa – pur tanto amata – verso la campagna, di sera e verso il bosco di notte), così come la poetica di Beethoven è l’espressione della filosofia di Schiller delle anime belle (coincidenza di passione e virtù, tale per cui le anime belle – appunto – agiscono virtuosamente per istinto).