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Visualizzazione dei post da febbraio, 2022

Ultimo movimento del quartetto, Op. 32, n. 5 di Luigi Boccherini

In un movimento che assomiglia a un moto perpetuo, ma che è in forma sonata, con un classicissimo sviluppo nella parte centrale, la particolarità maggiore sta nel fatto che l'inizio del movimento stesso presenta, a mo' di risposta in un dialogo già avviato, la seconda metà del tema principale, che viene invece esposto  dall'inizio solamente un poco più avanti, nella sua interezza.  Come un dialogo, asimmetrico, pre-classico ed in perfetto Empfindsamer Stil, nonostante risalga probabilmente al 1780, già epoca aurea dello stile classico, secondo la classificazione di William S. Newman ( The Sonata in the Classical Era,  University of North Carolina Press, 1963).

Larghetto del quartetto in La maggiore, Op. 32, n. 4 di Luigi Boccherini

 Se è vero, come accennato da Dahlhaus ( Carl Dahlhaus, Beethoven e il suo tempo, Torino, EDT,  1990, p. 91, Tit. Orig. Ludwig van Beethoven und Seine Zeit, 1987, Laaber-Verlag, Laaber), che il movimento lento della sonata o del quartetto assume centralità nello Stile Sensibile (laddove nella sinfonia classica tale centralità l'assumerà l'allegro), anche come svincolo della musica strumentale da quella vocale con l'assunzione del ruolo - da parte della musica strumentale - di "musica assoluta" (ruolo che sarà fatto proprio dai romantici), allora l'accusa di frivolezza mossa a Boccherini da Charles Rosen nel suo Stile classico  (Milano, Feltrinelli, 1982, Tit. Orig.: The Classical Style, The Viking Press, New York, 1971; prima edizione italiana, 1979, Milano, Feltrinelli) - (Cfr. le definizioni della sua musica come "blanda e perfino anodina", p. 53 e, sui quintetti, la definizione di "brani piacevoli, ma scialbi", p. 306) è confutata da bra

Ludwig Tieck e la musica strumentale

 "Autonoma e libera", contrapposta a quella vocale che "è e rimane declamazione oratoria, per quanto sublimata" ( cit. in Carl Dahlhaus, Beethoven e il suo tempo, Torino, EDT,  1990, p. 78, Tit. Orig. Ludwig van Beethoven und Seine Zeit, 1987, Laaber-Verlag, Laaber). Liberi dal significato, in quanto ogni cosa diventa significante ed allude ad altro, ad un "altro" indefinito. E così all'infinito, con rimandi all'infinito: poesia o metafisica? O entrambe?