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Visualizzazione dei post da maggio, 2022

Il primo movimento del terzo quartetto per archi di Cherubini

Qui il piglio del tema principale riguarda molto da vicino lo Sturm Und Drang e in particolare i primi movimenti dei quartetti in modo minore dell'Haydn della misconosciuta Op. 9 e dell'Op. 20, con il loro stile teso e drammatico.

Il secondo quartetto per archi di Cherubini

Il finale del primo movimento, con la coda che ritarda oltre misura la ricaduta sulla tonica, ricorda ancora il finale del primo movimento dell'ottava sinfonia di Beethoven. Lo scherzo - in forma di rondò di tipo particolare - ha per tema iniziale e finale del movimento un moto perpetuo e per tema centrale, nel trio, una melodia ribattuta e pigolante del violino sullo sfondo di pizzicati (che fa lo strano effetto di un involucro che tiene prigioniero un essere minuto). Il movimento finale è tra i più robusti esempi di brano incisivo e drammatico. Non saprei qualificare lo stile di tale quartetto, se non coniando il neologismo della categoria dell'"ultraclassico".

Due Scherzi di Cherubini

Il primo è quello del primo quartetto per archi, che consiste in un rondò in cui, a una bella nenia popolare dal sapore del sud Italia, si alternano alcuni episodi, tra i quali spicca un moto perpetuo in pianissimo, con un pizzicato sullo sfondo, che ricorda lo scherzo del Sogno di una notte di mezza estate di Mendelssohn. L'altro è lo Scherzo del quarto quartetto per archi, in cui il moto perpetuo al centro del brano, questa volta forte, all'unisono e vistosamente prolungato, causa volutamente una rottura nell'equilibrio del brano che non cessa di ricordarmi (non nella somiglianza esteriore, ma nella sua funzione estetica) il parossistico e provocatorio finale del primo movimento dell'ottava sinfonia di Beethoven.

A psychoanalytic reading of Cherubini's string quartets

"On classicist paroxysm," one could subtitle Cherubini's quartets. The closest stylistic world to them is the hyperclassicism of Beethoven's Eighth Symphony: the claim to fit incandescent poetic matter into paradigms of formal balance.

Una lettura psicoanalitica dei quartetti per archi di Cherubini

"Del parossismo classicistico", si potrebbero sottotitolare i quartetti di Cherubini. Il mondo stilistico ad essi più vicino è l'iperclassicismo dell'ottava sinfonia di Beethoven: la pretesa di far rientrare in paradigmi di equilibrio formale una materia poetica incandescente.

"Da una casa di morti" di Janacek

Con quest'opera, il cui mondo poetico e sonoro è vicino a quello di Wozzeck di Alban Berg, Janacek propone di fatto un'alternativa non atonale all'espressionismo della seconda scuola di Vienna. La potenza drammatica e la carica di denuncia sociale sono simili, nei due lavori dei due Autori. La carica drammatica viene raggiunta maggiormente a mezzo delle stridenti dissonanze nell'opera di Berg, mentre qui si perviene ad analogo effetto con la concitazione ritmica.

"From the House of the Dead" by Janacek

With this work, whose poetic and sound world is close to that of Alban Berg's Wozzeck , Janacek proposes a non-atonal alternative to the expressionism of the second Viennese school. The dramatic power and the charge of social denunciation are similar in the two Authors' works. In Berg's work, the dramatic charge is reached more by means of the strident dissonances, while here a similar effect is achieved through the rhythmic excitement.

Review of an imaginary concert event

On a beautiful sunny afternoon today, on the towpath of the Naviglio Grande in Milan, perhaps the most beautiful concert of the season was held by the Bli Ble String Quartet from Baltimore (US). They performed Janacek's memorable second quartet ("the highest peak of twentieth-century quartetism", according to Algesio Erbi, cfr. my previous post ) and Schumann's first quartet, with a culural journey back in time that highlighted the disconcerting beauty of the adagio of this second work, as enveloped in all the metaphysical, intimist aura of Schumann's poetic world. Speechless, the audience walked away without applauding, in almost religious silence, not to disturb the harmony that had been created at the end of the concert.

Recensione di un evento concertistico immaginario

In un bel pomeriggio di sole si è tenuto oggi sull'alzaia del naviglio grande, a Milano, il concerto forse più bello della stagione del Bli Ble String Quartet di Baltimora (US). Si è eseguito il memorabile secondo quartetto di Janacek ("la vetta più alta del quartettismo novecentesco", secondo Algesio Erbi, cfr. il mio post precedente ) e il primo quartetto di Schumann, con un percorso culturale all'indietro nel tempo che ha messo in risalto la sconcertante bellezza dell'adagio di questa seconda opera, come avvolto in tutta la metafisica, intimistica aura del mondo poetico schumanniano. Ammutolito, il pubblico si è allontanato senza applaudire, in quasi religioso silenzio, per non turbare l'armonia che si era creata a fine concerto.