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Visualizzazione dei post da maggio, 2023

Gara di velocità (potenza, verità, bellezza)

Ho già scritto altrove di come Giulini prendesse i tempi richiesti dal brano e che, dove c'era da prenderli stretti, li prendeva stretti. E' il caso dell'ouverture delle Nozze di Figaro di Mozart. Qui secondo me Bernstein ed altri non colsero che, più che richiamare un clima genericamente giocoso e buffo, questa ouverture è una prova di forza dell'orchestra. Di tale avviso, Karajan ne scatenò il virtuosismo con la sua versione degli anni '50 , la cui velocità è mozzafiato. Questo brano mi fa venire in mente, di Karajan e i Berliner, il finale del primo e soprattutto dell'ultimo movimento dell'ottava sinfonia di Beethoven, nel senso che credo Karajan cogliesse non tanto una caratteristica stilistica o estetica del compositore, un suo tratto caratteristico, ma una categoria dello spirito che Nietzsche definì come volontà di potenza (giusto per definire un concetto anti-idealistico tramite un concetto idealistico). Questo aspetto della resa musicale come volo

La Finta giardiniera di Pasquale Anfossi alla Scala

Successo enorme alla sua epoca (tanto che Mozart ne trasse ispirazione per la sua opera omonima) e già riscoperta da tempo ai giorni nostri, nonché incisa, la meravigliosa  Finta giardiniera di Pasquale Anfossi approda quest'anno alla Scala, dove ha l'onore della prima. Qui alla Scala - nell'ambito delle opere scelte per le prime rappresentazioni - Anfossi mancava dal 1780 (vi fu messo in scena l' Antigono ). Quanto sopra è frutto di pura fantasia, per quanto concerne la realtà presente: non così per alcuni dettagli storici (ed estetici) non irrilevanti.

Jindrich Feld suonato da Rampal

Apprezzabile il suono roboante, coraggioso, senza infingimenti, come non c'è più.  

Il Luchesi di Plano

Sono contento del fatto che la marea montante delle esecuzioni pseudo-filologiche su strumenti d'epoca con presunto stile esecutivo d'epoca, da cui siamo stati invasi a partire da un certo periodo degli anni '90 fino a tutto il primo decennio degli anni duemila, inizi a mostrare la corda: sciocche e patetiche parodie di rappresentazioni storiche su strumenti inadeguati, il cui suono, fioco e sgradevole, spesso è inudibile e non soddisfa (sono tanti gli interpreti che vi si cimentano, alcuni anche eccellenti, ma il suono è brutto lo stesso).  Invece, le sonate Op. 1 di Andrea Luchesi suonate al pianoforte da Roberto Plano suonano in maniera convincente e mi fanno riallacciare il discorso ad altri post su tale argomento: l'utilizzo del pianoforte per la musica per tastiera di Autori (chi più, chi meno) appartenenti al periodo pre-pianistico è la scelta più indicata a rendere l'intimismo e il potenziale espressivo di tali composizioni. Vale lo stesso per il Bach di Gou

Una teoria sulla musica in modo minore

La musica in modo minore preesisterebbe e si sarebbe lasciata trascrivere - a volta a volta - da diversi musicisti nel corso del tempo. Se sostituiamo il concetto di creazione con quello di trascrizione, credo che risulti più chiaro il mistero della musica in modo minore.