Gara di velocità (potenza, verità, bellezza)

Ho già scritto altrove di come Giulini prendesse i tempi richiesti dal brano e che, dove c'era da prenderli stretti, li prendeva stretti. E' il caso dell'ouverture delle Nozze di Figaro di Mozart. Qui secondo me Bernstein ed altri non colsero che, più che richiamare un clima genericamente giocoso e buffo, questa ouverture è una prova di forza dell'orchestra. Di tale avviso, Karajan ne scatenò il virtuosismo con la sua versione degli anni '50, la cui velocità è mozzafiato. Questo brano mi fa venire in mente, di Karajan e i Berliner, il finale del primo e soprattutto dell'ultimo movimento dell'ottava sinfonia di Beethoven, nel senso che credo Karajan cogliesse non tanto una caratteristica stilistica o estetica del compositore, un suo tratto caratteristico, ma una categoria dello spirito che Nietzsche definì come volontà di potenza (giusto per definire un concetto anti-idealistico tramite un concetto idealistico). Questo aspetto della resa musicale come volontà di potenza non necessariamente coincide con la migliore resa interpretativa di un brano. Per esempio, a me pare che altri direttori fossero più interessati a vivere e concepire l'interpretazione come un'occasione per la ricerca della verità (non indico quali, ma spesso molti lo rivendicarono anche a parole). Questo aspetto di Karajan, la volontà di potenza, realizzato mediante il virtuosismo dei Berliner, e non la ricerca della verità, rese celebre l'orchestra negli anni '70 e '80 del '900. L'altro aspetto - più noto - che lo rese celebre sempre grazie ai Berliner di allora, fu la bellezza del suono, che faceva da matrice interpretativa di per sé. Nella bellezza del suono poteva sì intuirsi la ricerca della verità interpretativa per Karajan, nel senso che la differenza tra la resa sonora di quell'orchestra e di altre risaltava come superiore vicinanza all'intima bellezza nella maggior parte dei brani eseguiti. Ma se si guarda all'aspetto della resa virtuosistica con il suo dispiegamento della volontà di potenza, si nota che non era la ricerca della verità che interessava Karajan. Del resto, mi pare che fosse di tenore analogo la dichiarazione di un orchestrale in un'intervista all'indomani della nomina di Abbado alla guida dei Berliner (qualcosa come "Karajan cercava la bellezza, Abbado la verità", che peraltro è una curiosa contrapposizione tutta da spiegare).

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