Mozart, sonata in Do maggiore, K. 545, secondo movimento, Andante.


Confronto tra l’interpretazione di Carl Seemann e quella di Glenn Gould. Mentre il primo dà al brano un carattere posato, suggerendo all’ascoltatore una melodia per bambini, o un carillon, il secondo conferisce alla propria esecuzione un andamento frenetico: ciò richiama alla mente un bambino terribile e irriverente. In quest’ultima interpretazione viene deliberatamente ignorata l’indicazione di tempo (Andante) posta dall’Autore in capo alla pagina.
L’interpretazione di Seemann rende ragione in modo senz’altro più ortodosso dell’indicazione agogica di Mozart e tuttavia, fedele com’è alla lettera, sembra quasi tradire l’indole fanciullesca del brano incatenandola ad un fraseggio un po’ rigido e scolastico. L’interpretazione di Gould, anche se poco rispettosa della dicitura Andante, pare trasmettere una maggiore gioia di vivere, dovuta probabilmente al fatto che - sia pure in modo forse troppo “personale” - l’esecutore riesce maggiormente a “fare suo” il brano.


Commenti

Post popolari in questo blog

Il sublime in musica

Il problema dell'interpretazione

Celibidache e la fenomenologia in musica