Nota sul secondo movimento della sesta sinfonia di Beethoven


I misteriosi meandri e anfratti del secondo movimento della sesta sinfonia di Beethoven rappresentano un mondo di segrete e pacificatrici assonanze, multiple e richiamantisi in un gioco di rimandi che delineano un Nunc Stans (attimo sublime ed assurgente all’eterno) che giunge a sorpresa in uno dei brani più lunghi, meno appariscenti (e per questo, secondo un luogo comune, meno beethoveniani) del sommo compositore. Qui la difficoltà per l'interprete è quella di riuscire a rendere a dovere una miriade di sfumature dinamiche, timbriche e agogiche in un brano di un compositore solitamente così netto. Poi c’è la questione del contrasto/somiglianza tra arte e vita (forse il principale di tutti i luoghi comuni), dato che la sesta sinfonia (serena e gioiosa) fu composta contemporaneamente alla quinta sinfonia, emblematica di drammaticità e tragicità vicine alle vicende umane del Beethoven di quel periodo: sembrano in parte e a tratti – le due sinfonie – l’una la negativa dell’altra.

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