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Il pedale, l'ostinato, la coda, la cadenza e il moto perpetuo come conversione estetica dell'insistenza

Il pedale e l' ostinato svolgono un ruolo molto importante, così come la coda , il moto perpetuo , la cadenza e altre figure stilistiche consimili, nel convertire esteticamente nella bellezza il paradigma umano dell'insistenza parossistica (altrettanto nel genere del Tema e variazioni che merita discorso approfondito). Ciò spiega il motivo dell'utilizzo a piene mani di simili strumenti stilistici fin dall'antichità. Da un lato, tali strumenti richiamano un atteggiamento mentale e vitale pervasivo, invadente nell'esistenza umana, spesso non in forme positive o piacevoli (si potrebbe dire quasi "infestante"), dall'altro il piacere consiste proprio nel convertire tali atteggiamenti in uno strumento o in un ornamento al servizio del bello nell'arte. In tale tradizione si inserisce per esempio la cadenza del primo movimento del Concerto brandeburghese n. 5 di Bach : si tratta di una conversione estetica del gusto per l'esagerazione linguistica, ...

Il secondo movimento del terzo quartetto, Op. 44 di Mendelssohn

Il moto perpetuo in ritmo di saltarello, analogo a quello del quarto movimento della sinfonia Italiana, in un brano in forma di scherzo con struttura di rondò (ABA), è qui più vellutato che nella sinfonia e le note ribattute, in particolare del violoncello, ricordano le onde del mare e a tratti anche quell'atmosfera soffusa e frenetica che ha reso celebre lo scherzo del Sogno di una notte di mezza estate .

I fasti di Orfeo agli Inferi

Dal moto meccanico, o moto perpetuo, l'Operetta di Offenbach muove verso l'espressione artistica, al pari di Rossini e delle altre declinazioni storico-geografiche del genere "comico", il che implica una predominanza, o comunque una prevalenza espressiva dell'elemento ritmico. Da qui, unitamente all'elemento comune dell'esotismo, le affinità con melodrammi come Carmen di Bizet.

Il moto perpertuo in musica

Il moto perpetuo è là, a ricordarci la perenne esistenza del meccanismo e a rivestirlo di un afflato divino, come se esso potesse uscire dalle sue proprie maglie e trasformarsi in creazione e in futuro. In realtà, noi sappiamo che il meccanismo opera secondo sue leggi che non sono né umane, né artistiche: ma ci piace immaginare il contrario. Ecco spiegato anche il fascino della forma del tema e variazioni, dove l'aspetto della meccanicità della ripetizione del tema è variato e stravolto, fino a renderlo umano o disumano, abietto o sublime, secondo una logica meccanica che però al tempo stesso è ideata apposta per sfuggire al meccanismo.

Il quartetto con pianoforte di Schumann

Il secondo movimento del quartetto con pianoforte di Schumann è un moto perpetuo (caratterizzato da alcuni contrattempo che ne fanno il fascino ritmico) intervallato da due episodi, di cui il primo pare la rappresentanza stessa del sublime, mentre il secondo sembra rivestire maggiormente una funzione retorica di preparazione del finale. Il primo episodio intermedio è caratterizzato da una melodia intensamente romantica, che circola ben presto in tutte le voci assumendo forma contrappuntistica. Se si sta attenti, nell'esecuzione, a non sottolineare troppo i pizzicato che la sostengono (e che rischiano di ricordare il mandolino, facendone una banale serenata all'italiana) questa melodia incarna l'afflato romantico par excellence : il continuo sottrarsi alla villa (le inflessioni mondano-salottiere di parte della melodia stessa) per fuggire nel bosco, guardando da lontano la villa illuminata nell'oscurità della notte (l'anima ultra-romantica ...