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Sonata per pianoforte n. 33 di Haydn

In questo bel brano (I mov.) il primo gruppetto crea uno spartiacque tra esecutori: a mo' di acciaccatura o di appoggiatura? Gli estremi sono Brendel e Richter. L'importante è crederci. Credere nell'acciaccatura significa restare in tempo; credere nell'appoggiatura significa affondarvi le mani e rallentare senza pentimento (senza restituire?). Lo stile sensibile (come indicato per questa sonata da William S. Newman nel suo The Sonata in the Classic Era , terza edizione, The University of North Carolina Press, 1983, p. 123) emergerà comunque, sol che si creda nella scelta e non si rimanga in una via di mezzo che propone un'inesistente moderazione.

Sonata Op. 40, n. 2 di Clementi

Sturm und Drang clementiano.

Sonata per flauto di Geminiani

La capacità di stare leggeri  nel registro grave, producendo un suono dal timbro umano, affine al parlato e interiore è unica da parte di Rampal: immaginare di trovare oggi, con i tanti piccoli imitatori di Galway che forzano il suono nel registro grave, un'esecuzione così è semplicemente impossibile.

La sonata per piano n. 2 di Chopin di Pollini, 1984

 Pervasa da una frenesia novecentesca, per cui risulta di qualità attuale e umana.

Sonata di Franck

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Nell'ambito di un'incisione per lunghi tratti elegantemente impreziosita da un suono bello e da una precisa scansione ritmica, sembra che sfugga agli interpreti il fatto che, con questa sonata, siamo di fronte al non plus ultra del romanticismo cameristico. Troppa sobrietà rischia di apparire pedantescamente scolastica: andarsi a risentire le interpretazioni di Perlman/Ashkenazy, di Galway/Argherich e di Oistrakh/Richter.  

Prokofiev, Hindemith, Martinu: sonate per flauto e piano, Rampal - Lacroix 1956

 Esibizione muscolare di forza e quasi di ferocia virtuosistica, questa incisione di Rampal non si fa problemi di meditazione: lo slancio vi predomina. Tuttavia, inconsapevole, un'aura mitica la pervade. Singolare il fatto che 11 anni dopo, nella sonata di Prokofiev incisa da Rampal e Lacroix nel 1967, a una maggiore raffinatezza ed equilibrio dell'interpretazione non corrisponda altrettanta estasi.

L'Appassionata di Ashkenazy

Spaventosa per l'irruente energia inesauribile, in riferimento soprattutto all'ultimo movimento, rimane una delle migliori versioni della sonata beethoveniana. Nella coda non è possibile lo stacco agogico con il relativo accelerando, come in Backhaus, perché Ashkenazy vi arriva già velocissimo e irrefrenabile, pertanto la coda stessa perde, rispetto a Backhaus, un po' di potenza. Ma l'intera esecuzione del brano è tenuta da Ashkenazy talmente su di giri, da risultare inarrivabile.

Pollini 1990 e la sonata di Liszt in si minore

Affondato in un'arcigna serietà novecentesca, che richiama al ricordo fabbriche e musica contemporanea, il Liszt di Pollini è come sempre freddo e intenso allo stesso tempo. Non si saprebbe dire esattamente in che cosa, ma di certo l'edonismo viaggia molto lontano dai cieli di Pollini, quale che sia l'Autore affrontato. L'interpretazione è lì, sublime in quanto terrificante nella sua perfezione accigliata, che volutamente parla al lato cerebrale, più che a quello emotivo.

Kempff

Non capisco il coccodrillo di Villatico . Non lo capisco perché il caldo intimismo, o se si preferisce il classicismo non algido di Kempff , che ne è la cifra caratterizzante di interprete, sembra sfuggirgli. Si ascoltino, di Kempff, oltre ai concerti n. 21 e 22 di Mozart , anche le sonate Patetica , Chiaro di luna e Appassionata di Beethoven . Non vi è un passo in cui la semplicità venga a mancare, con ciò ottenendo il massimo dell'espressività con il minimo sforzo. Che si chiami questo Rasoio di Occam o sprezzatura , il concetto è il seguente: vi è una indimenticabile linearità. Mi sembra che anche Rattalino , nelle sue opere, non si profonda in elogi sullo stile di Kempff. Mentre invece io non ho presente, per esempio, il motivo o i motivi per i quali Backhaus , altro capostipite della tradizione pianistica tedesca, dovrebbe, a parer di alcuni, essere di molto superiore a Kempff.

Mozart, sonata in Do maggiore, K. 545, secondo movimento, Andante.

Confronto tra l’interpretazione di Carl Seemann e quella di Glenn Gould . Mentre il primo dà al brano un carattere posato, suggerendo all’ascoltatore una melodia per bambini, o un carillon , il secondo conferisce alla propria esecuzione un andamento frenetico: ciò richiama alla mente un bambino terribile e irriverente. In quest’ultima interpretazione viene deliberatamente ignorata l’indicazione di tempo ( Andante ) posta dall’Autore in capo alla pagina. L’interpretazione di Seemann rende ragione in modo senz’altro più ortodosso dell’indicazione agogica di Mozart e tuttavia, fedele com’è alla lettera, sembra quasi tradire l’indole fanciullesca del brano incatenandola ad un fraseggio un po’ rigido e scolastico. L’interpretazione di Gould, anche se poco rispettosa della dicitura Andante , pare trasmettere una maggiore gioia di vivere, dovuta probabilmente al fatto che - sia pure in modo forse troppo “personale” - l’esecutore riesce maggiormente a “fare suo” il brano.

Klára Würtz e Maurizio Pollini nel primo movimento della sonata per pianoforte n. 1, op. 11 di Schumann

Pollini offre come sempre all'ascolto un fraseggio rimarchevole ed impeccabile. La Wurtz offre il famoso tema iniziale della sonata avvolto in una bruma fascinosa e profonda, tale da investire con la sua allure l'intiera interpretazione del primo movimento. Là dove Pollini vede il principio del contrasto dialettico tra temi, frasi o semifrasi, in continua alternanza di tensione e rilassamento, la Wurtz omogeneizza le fonti di ispirazione del brano, traducendole nel medesimo colore, molto profondo e brunastro. Non so se sia una scelta perfetta, perfettibile oppure no, quella della Wurtz, ma penso che le interpretazioni sicuramente sbagliate a volte abbiano un fascino che perdura a lungo anche al confronto con scelte stilistiche teoricamente impeccabili. In una sonata così volutamente, tipicamente e tremendamente romantica, si preferiscono gli svenevoli errori alle esatte puntualizzazioni.

Gli incontaminati cieli barocchi della Durnitz

Non meraviglia che Gould tenesse in grandissimo conto la Sonata per pianoforte K. 284 di Mozart, dal momento che in essa il maestro salisburghese si limita a riproporre in tutta la sua lussureggiante completezza il repertorio di atteggiamenti melodico-armonici tipici della sonata barocca. La struttura formale, e in particolare armonica, riveste notevole importanza nella Dürnitz , a scapito dell’edonismo sonoro e della melodia, dai quali, infatti, Gould nella sua esecuzione riesce agevolmente a prescindere. La molteplicità di atteggiamenti vitali proposti nel Tema e variazioni  ci fa passare con rapidità, nelle variazioni, da un universo all’altro, senza soluzione di continuità, senza pretesti formali, né agganci più o meno artificiosi: è questa una sonata spudoratamente barocca nella forma e pudicamente antiedonista nello spirito che la anima. La continuità è data dall’insieme, dal giustapporsi di queste vedute sulla vita (quasi che ogni variazione fosse una finestra da cui g...

La sonata per viola di Brahms e quella per violino di Franck

La sonata per uno strumento e pianoforte può annoverarsi tra i generi romantici par excellence . Tra le migliaia di composizioni del genere, cito due capolavori che per il loro tenore affettivo (mi riferisco sempre in special modo al primo movimento che in qualche modo è secondo me la testa dell’ispirazione) hanno un afflato romantico commovente (e mille altri aggettivi qualificativi per i quali occorre essere poeti): la sonata per viola e pianoforte di Brahms e la sonata per violino di Franck. Il registro tendente al medio e il colore brunastro del suono dello strumento solista prescelto (la viola), nella prima sonata citata, fanno di quest’opera qualcosa di speciale.   La meravigliosa ispirazione formale (accanto ad un corposo ed armonicamente aggrovigliato accompagnamento del pianoforte) sta nel tema con gli intervalli di settima discendente (come anche in Schumann, gli intervalli di settima discendente sono una meraviglia dell’ispirazione romantica). Chiamerei i temi...