La sonata per viola di Brahms e quella per violino di Franck

La sonata per uno strumento e pianoforte può annoverarsi tra i generi romantici par excellence.
Tra le migliaia di composizioni del genere, cito due capolavori che per il loro tenore affettivo (mi riferisco sempre in special modo al primo movimento che in qualche modo è secondo me la testa dell’ispirazione) hanno un afflato romantico commovente (e mille altri aggettivi qualificativi per i quali occorre essere poeti): la sonata per viola e pianoforte di Brahms e la sonata per violino di Franck.
Il registro tendente al medio e il colore brunastro del suono dello strumento solista prescelto (la viola), nella prima sonata citata, fanno di quest’opera qualcosa di speciale. 
La meravigliosa ispirazione formale (accanto ad un corposo ed armonicamente aggrovigliato accompagnamento del pianoforte) sta nel tema con gli intervalli di settima discendente (come anche in Schumann, gli intervalli di settima discendente sono una meraviglia dell’ispirazione romantica).
Chiamerei i temi che presentano tale intervallo un ricordo, nostalgico eppure ancora vivo.
L’altra sonata citata, quella di Franck (di cui esiste un’incisione alquanto passionale anche per flauto e pianoforte con la Argherich e James Galway), è connotabile come un risveglio.
Lo stile languoroso di Franck, solitamente improntato al passato o al presente (come ad esempio nella sinfonia in re minore) pare qui costituire invece un’apertura al futuro. 
Per apertura al futuro intendo un'immagine mattutina, suscitata dall’incipit della sonata, con il meraviglioso tema del violino.

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