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Visualizzazione dei post con l'etichetta estetica musicale
Gould e dintorni: Filosofia ed Estetica di Glenn Gould
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Altre divagazioni - Le sinfonie di Beethoven: un confronto tra varie interpretazioni
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Musica, filosofia, psicoanalisi e narrativa: il mio catalogo
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Il secondo movimento del quartetto, Op. 9, numero 2 di Haydn
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Scritto intorno agli anni della “crisi romantica” del compositore, questo quartetto e questo movimento mostrano una cifra stilistica che raggiunge i vertici dell’ Empfindsamkeit . Preceduta e seguita da un episodio in stile recitativo, vi è una melodia dal carattere unico per la lunghezza della frase e per la sua estensione che attraversa tre registri, dal medio all’acuto, ancora al medio, fino al grave (per il primo violino) e il cui registro espressivo, in termini estetici, va molto a di là della generica lamentatio . Inoltre, la chiusa è emblematica di quella sorta di ebbrezza preromantica che colpì molti compositori europei negli anni ‘60-‘70 del ‘700, da quelli della scuola musicale (vocale, ma non solo) napoletana, ai figli di Bach, a diversi compositori ignoti ai più, in particolare dell’area nord-tedesca. Credo vada citata l’incisione storica dell’Aeolian String Quartet, altrimenti quanto sopra citato rischia di risultare incomprensibile.
Sonata per pianoforte n. 33 di Haydn
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In questo bel brano (I mov.) il primo gruppetto crea uno spartiacque tra esecutori: a mo' di acciaccatura o di appoggiatura? Gli estremi sono Brendel e Richter. L'importante è crederci. Credere nell'acciaccatura significa restare in tempo; credere nell'appoggiatura significa affondarvi le mani e rallentare senza pentimento (senza restituire?). Lo stile sensibile (come indicato per questa sonata da William S. Newman nel suo The Sonata in the Classic Era , terza edizione, The University of North Carolina Press, 1983, p. 123) emergerà comunque, sol che si creda nella scelta e non si rimanga in una via di mezzo che propone un'inesistente moderazione.
Friedrich Kalkbrenner e il calco della forma sonata
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Friedrich Kalkbrenner sembra corrispondere in pieno all'esasperazione di tipo hegeliano che alcuni teorici dell'ottocento (come Adolf Bernhard Marx) diedero alla versione beethoveniana della forma sonata, esasperazione così ben descritta da Dahlhaus e da Charles Rosen nei loro testi. Ad esempio, egli sembra corrispondervi con le sue sonate per pianoforte, tutte di pregevole fattura e tutte aderenti ad un "calco standard" di forma sonata.
Il terzo movimento della quarta sinfonia di Mahler diretto da Kubelik
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Assistito da un'orchestra dai colori e dal virtuosismo unici come la Symphonieorchester Des Bayerischen Rundfunks, Kubelik esprime qui il bizzarro e l'atroce in modo ancora più tipico di quanto riuscì a fare Bernstein con i Concertgebow, e collocandosi - nell'interpretazione di questo celebre movimento - più vicino a Boulez che ne mostrò l'ironia (mentre a Bernstein invece riuscì di immedesimarsi interamente nel dolore e nella passione che qui vengono espressi). Queste ed altre consimili riflessioni sulla quarta di Mahler , oltre che qui sul blog, anche in alcuni dei miei testi .
L'ouverture dell'Oberon di Weber secondo Kubelik
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La vertigine è patrimonio di alcuni grandi direttori. Tra questi, Kubelik, con la Bavarian Radio Symphony Orchestra, la esprime in grado sommo (con perfetto climax ascendente fino al finale) in tale brano, collocandolo a mio avviso, più che in una zona a metà tra l'eroismo romantico e il buffonesco (ciò che costituirebbe la lettura più naturale), in una zona di confine che prefigura nientemeno, quanto a qualità dell'espressione, la seconda scuola di Vienna, per quanto ciò possa sembrare anacronistico.
Il microscopio di Giulini
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Come al microscopio possiamo vedere una serie di dettagli che solitamente sfuggono all'occhio, così le interpretazioni dei brani orchestrali di Giulini rivelano, di qualsiasi autore, tracce nascoste e insospettabili, dettagli importanti. Tale effetto viene realizzato principalmente con l'attenzione a due fattori: 1) l'attenzione alla qualità del suono; 2) un andamento generalmente più lento della media degli altri direttori. Inutile dire che i due fattori si tengono insieme. Più si affrontano a velocità moderata i brani e maggiori possibilità si avranno di fare risaltare in maniera accurata e qualitativamente elevata tutti i dettagli sonori. E' una lettura che non manca mai di stupire, anche se alcuni a volte parvero lamentare una minore eccitazione - rispetto alle interpretazioni di altri direttori - dovuta precisamente alla minore concitazione agogica. Altri fattori resi possibili dall'andamento mediamente più moderato sono il vigore del crescendo e la retorica (i...
I duetti vocali da camera di Agostino Steffani
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Gioie assolute nel firmamento del Barocco, i duetti vocali da camera di Steffani non hanno niente da invidiare ad alcun coevo lavoro di alcun altro autore, non lasciano alcun tipo di insoddisfazione nell'ascoltatore, persistono nel ricordo, confortano l'immaginazione, esprimo un'umanità raffinatissima, eppur immediatamente comprensibile, aspirano, senza esibizione di intenti, alle remote regioni dell'universalità in musica, rivestono la tematica del lamento d'amore di un'aura quasi sacrale, ma non scevra di elevato umorismo. Sono, in una parola, musica colta della più bell'acqua. Su Steffani ho scritto, oltre che qui sul blog, anche in alcuni dei miei lavori .
Musica anno zero
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La fine della musica è dovuta al fatto che la fruizione estetica è resa impossibile dall'assenza di gusto e dal mancato riconoscimento di senso e valore alla ricerca del bello, anzi alla completa rimozione della sua stessa esistenza. Pertanto "musica anno zero" significa che dobbiamo ripartire da qui, dal mancato riconoscimento del bello e del valore assegnato alla ricerca del bello e quindi tentare di ripartire rifondando un'estetica. Queste ed altre riflessioni, oltre che qui sul blog, in alcuni dei miei testi .
Il centro dell'universo musicale
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Il centro dell'universo musicale dev'essere un luogo incontaminato, la cui bellezza sia inoppugnabile e di plastica evidenza, percepibile da ogni angolazione. Perciò è necessario organizzare un concorso in cui un'apposita commissione stabilisca quali composizioni possono gareggiare tra loro per ottenere tale titolo. La mia proposta - dico sommessamente "oggi", stante l'ineliminabile quota di volubilità umana di cui è preda anche il pensiero più platoneggiante - cade sulle sonate per gravicembalo di Pietro Domenico Paradisi . Ma vediamo qui di seguito i vantaggi di tali sonate in termini estetici. Innanzitutto, se prese con buona regolarità nella scansione ritmica, offrono un senso impareggiabile di serena simmetria, esente, come tutti i brani al clavicembalo, da costruzioni drammatiche basate sull'escursione dinamica. Inoltre, il procedimento compositivo potrebbe essere definito "per gemmazione", cioè con giustapposizione di episodi senza uno svi...
Il problema dell'interpretazione
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Il problema dell'interpretazione musicale presuppone il riconoscimento della sua complessità: presuppone cioè il riconoscimento del problema (dell'entità "problema" e non di un problema specifico) e il riconoscimento dell'interpretazione musicale (dell'entità "interpretazione" e non di un'interpretazione specifica) come dotati di senso e di valore. Con riferimento all'oggi, sembra che tale riconoscimento manchi, perché probabilmente manca l'attitudine ad operare distinzioni in fatto di estetica, ciò derivando a sua volta dalla mancata ricerca di un riferimento autentico, inteso come genuino e universalistico, trovandosi la disciplina scaduta nel mero soggettivismo. Inoltre, oggi, la proposizione di problemi viene generalmente collegata a uno stato di minorità, anziché essere vista come una pregiata caratteristica dell'intelletto. Il concetto stesso di ricerca, in senso filosofico-musicale, è inaridito alla fonte, perché non si presup...