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Presto

Bello il suono , ma sullo spartito c'è scritto "Presto", che deve per forza suggerire una certa fretta e meno che mai ci si può abbandonare a ritardandi in stile liricheggiante. Meglio semmai, in brani come questo, eccedere in  velocità .

Hantai interprete di Frescobaldi

Dove si dimostra che, a certe ben precise condizioni, il suono del clavicembalo può essere ricco e appagante .

Il suono di Karajan

L'importanza.  

Sempre il suono innanzitutto

La volutamente affettata pseudo-semplicità para-mozartiana con cui Michelangeli conduce l'esordio del pianoforte nel primo movimento del primo concerto di Beethoven, con Giulini sul podio, costituisce l'espressione di una provocatoria maniera, e già dalle prime acciaccature e poi dagli accordi durante la ripresa del tema principale del pianoforte al minuto 5,30, si nota qualcosa di strano e di sospetto, oltreché di inauditamente bello: Michelangeli fa risplendere le dissonanze date dalle acciaccature e da alcuni accordi, sicché si intuisce che la forma dei temi è solo una trama su cui egli intesse un preziosissimo broccato e damascato di grappoli di note belle come perle, e il suono diventa magicamente il regista incontrastato della sua interpretazione, il concerto risultando solo ormai un canovaccio volto a dar risalto alla bellezza di quel suono.

Michelangeli, Karajan e il suono

Senz'altra ragione che il suono, Michelangeli interpreta Mozart magistralmente. Mi fa venire in mente Karajan , per il quale sembrava che i diversi autori e i diversi brani che eseguiva con la sua orchestra filarmonica di Berlino fossero meri pretesti per dispiegare la bellezza sonora, o meglio fossero diverse manifestazioni nella realtà di una medesima, ideale, bellezza sonora. Come se il suono fosse il motore immobile dal quale si dipartono le diverse traduzioni fenomeniche della bellezza stessa.

Il suono quale vettore principale di interpretazione

Michelangeli e il concerto n. 20 di Mozart . Nel secondo movimento , il (micro) rubato è funzionale allo scardinamento della struttura formale, per porre l'attenzione non sulla scansione ritmica e sulla regolarità agogica , ma sul suono quale vettore di interpretazione. Nel terzo movimento , poiché, dato il veloce andamento ben ritmato, tale strumento interpretativo (il micro-rubato) è interdetto, Michelangeli usa un suono doppiamente distante, non solo spazialmente, ma anche temporalmente. Un Mozart suonato dall'ottocento. Una doppia distanza che stabilisce un fascino del ricordo e dell'oblio. Tralascio il commento del primo movimento , perché è così celebre che fatico a distogliere la mente dalle incrostazioni date dai cliché di tutte le interpretazioni del mondo.

Il suono

Anche Schubert Michelangeli risolve in bellezza di suono, annientando eroismo, mistero, ricerca della liberazione romantica dalla forma, ripetitività (coazione a ripetere). Gli accordi iniziali della sonata in la minore, nelle successive ripetizioni del tema, devono essere separati per far cogliere la pienezza e ricchezza di suono. A scapito della regolarità della scansione ritmica (vedasi soprattutto le libertà che Michelangeli si prende nei concerti di Mozart). E' in tal senso che, come penso, Rattalino definisce manieristico lo stile di Michelangeli. La tensione eroica e misteriosa del romanticismo si risolve in bellezza di suono.