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Daniel Barenboim nel concerto n. 21 di Mozart

Dove si nota  che l'eredità pianistica di Kempff nell'interpretazione di questo concerto viene ripresa e migliorata da Barenboim, mentre le sfumature di carattere operistico-buffo della parte orchestrale vengono rese meglio da Bernhard Klee : per Barenboim pare sia il primo movimento di un concerto drammatico al pari del n. 20 e non di un concerto  à la manière de , in cui Mozart gioca tra il serio e il faceto e ciò si nota ancora di più nel celeberrimo secondo movimento  che Barenboim prende assai lentamente. Singolare anche il fatto che invece nel primo movimento del concerto n. 22 per Barenboim cambia tutto , sicché il movimento risulta vorticosamente umoristico.  Il secondo movimento del n. 22  viene reso in perfetta profondità, al pari della versione di Perahia .

Kempff

Il senso di stabilità  è fra i tratti maggiormente apprezzabili del pianismo di Kempff.

Il segreto del fabbro di Kempff

Credo che il segreto consista nel fare intuire la progressiva complicazione parossistica delle variazioni solo un poco alla volta, in modo da far credere all'ascoltatore di stare assistendo a un processo naturale.

Coda dell'ultimo movimento dell'Appassionata di Beethoven: la versione di Kempff

La versione di Kempff 1965, pur non staccando in modo sorprendente tramite variazione agogica, come in Backhaus, risulta staccare tramite una sorprendente resa melodico-corale: il sale della coda, ossia la sorpresa, ne risulta salvo.

Stile Kempff e stile Festival di Marlboro

Il primo caratterizzato da lentezza, drammaticità, colore bruno del suono. Il secondo tutto vivacità ritmica, chiarezza del suono e leggerezza di fraseggio. Il primo caratterizza le interpretazioni dei concerti di Mozart di Kempff, il secondo quelle di Perahia. Indimenticabile Kempff nel n. 21 (per il rispetto della scansione ritmica e la preminenza del ruolo dell'orchestra, grazie anche a Bernhard Klee) e Perahia nel n. 22 (per la sua interpretazione dell'Andante).

Muti e Pollini nel concerto n. 21 di Mozart

Basterebbe l'ascolto della mancata sincronia del pizzicato degli archi all'inizio del celeberrimo secondo movimento per abbandonare la nave. Ma occorre resistere. Un primo tempo frettoloso, ma dal carattere tutto sommato operisticamente azzeccato precede un secondo movimento che, stecche dell'orchestra a parte, è pianisticamente accorato e reso con giusta sensibilità. Peccato che a Pollini sia sempre mancato il senso dell'umorismo, altrimenti avremmo accostato la sua interpretazione a quella, inarrivabile, di Kempff. Di Muti non parlo: sarà la storia ad emettere l'ardua sentenza. 

Kempff

Non capisco il coccodrillo di Villatico . Non lo capisco perché il caldo intimismo, o se si preferisce il classicismo non algido di Kempff , che ne è la cifra caratterizzante di interprete, sembra sfuggirgli. Si ascoltino, di Kempff, oltre ai concerti n. 21 e 22 di Mozart , anche le sonate Patetica , Chiaro di luna e Appassionata di Beethoven . Non vi è un passo in cui la semplicità venga a mancare, con ciò ottenendo il massimo dell'espressività con il minimo sforzo. Che si chiami questo Rasoio di Occam o sprezzatura , il concetto è il seguente: vi è una indimenticabile linearità. Mi sembra che anche Rattalino , nelle sue opere, non si profonda in elogi sullo stile di Kempff. Mentre invece io non ho presente, per esempio, il motivo o i motivi per i quali Backhaus , altro capostipite della tradizione pianistica tedesca, dovrebbe, a parer di alcuni, essere di molto superiore a Kempff.

Errori in funzione espressiva

Al minuto 6,21 - nel secondo movimento del concerto per pianoforte n. 21 di Mozart suonato da Kempff , con Klee sul podio - appena prima della coda, Kempff "va giù" (in gergo: esegue la nota in battere) nettamente in anticipo. Si tratta della fine di un lungo  trillo , che il pianista risolve nettamente in anticipo sull'orchestra e comunque rispetto alla metrica e al direttore. Il punto è che non sta male, anzi sta meglio che suonarla perfettamente a tempo. E' una sorta di rubato , ma preferirei definirlo un errore in funzione espressiva: i misteri della musica.

Confronti

Le differenze tra le varie esecuzioni riflettono sempre differenze più o meno profonde di approccio interpretativo tra i vari interpreti. A volte, a cambiare è l’intera mentalità, per così dire il “segno” dell’estetica sottostante l’interpretazione. L’ascolto analitico comparato di uno stesso brano in diverse esecuzioni ci mette in grado di far venire alla luce le differenze macroscopiche e microscopiche che contraddistinguono ogni interpretazione dalle altre. A volte - è appena il caso di notarlo - differenze apparentemente macroscopiche non corrispondono a interpretazioni di segno radicalmente opposto, laddove invece differenze minori e più sottili possono essere la spia di un cambiamento radicale di mentalità: tale infatti è la struttura di ogni brano musicale, per cui basta il mutamento di un particolare anche misero ed apparentemente insignificante per dare all’intera struttura un senso completamente diverso. Alcuni esempi di confronti tra brani: Beethoven, Sinfonia...

Il concerto n. 21 di Mozart

Non amo veder distorto l'andamento del concerto n. 21 di Mozart , compresso fino all'inverosimile nei suoi movimenti laterali, come fa Brendel nella sua interpretazione . Se è vero che Brendel si rifà allo stile di Kempff , perché non andarsi a risentire la sua (di Kempff) magistrale interpretazione dello stesso concerto con Bernhard Klee sul podio? Quella è una meravigliosa impostazione teatrale del concerto, in uno stile fintamente dilettantesco, come prevedono molti concerti di Mozart. Questa di Brendel è una esecuzione di cui fatico a cogliere il senso ed ancor più l'animo.

Panta rei

Tutto scorre: così devono essere, per Perahia, i concerti di Mozart. Agli antipodi vi sono Bohm con Kempff e Brendel (con Marriner).