Confronti
Le differenze tra le
varie esecuzioni riflettono sempre differenze più o meno profonde di
approccio interpretativo tra i vari interpreti. A volte, a cambiare è
l’intera mentalità, per così dire il “segno” dell’estetica
sottostante l’interpretazione.
L’ascolto analitico
comparato di uno stesso brano in diverse esecuzioni ci mette in grado
di far venire alla luce le differenze macroscopiche e microscopiche
che contraddistinguono ogni interpretazione dalle altre.
A volte - è appena il
caso di notarlo - differenze apparentemente macroscopiche non
corrispondono a interpretazioni di segno radicalmente opposto,
laddove invece differenze minori e più sottili possono essere la
spia di un cambiamento radicale di mentalità: tale infatti è la
struttura di ogni brano musicale, per cui basta il mutamento di un
particolare anche misero ed apparentemente insignificante per dare
all’intera struttura un senso completamente diverso.
Alcuni esempi di confronti tra brani:
- Beethoven, Sinfonia n. 1, I movimento: Bernstein con la Filarmonica di Vienna e Furtwängler con la Filarmonica di Berlino. Tanto Bernstein vuole dare un impronta energica e al tempo stesso gioiosa al primo tema, quanto invece Furtwängler mira alla pittura di un affresco, a un’interpretazione solenne, contemplativa. Non si può con ciò sostenere che l’esecuzione di Bernstein sia più romantica, caso mai più pragmatica, meno retorica, ma quanto a capacità di mettere in rilievo i lati ombrosi di Beethoven, Furtwängler resta insuperato.
- Beethoven, sonata Hammerklavier, I movimento: Serkin, Kempff e Gould. L’ascolto, nell’ordine suesposto, configura un passaggio da un’interpretazione energica e battagliera (Serkin), a una in cui lo slancio è organizzato in una perfetta tenuta ritmica ed in un’estrema precisione della dizione (Kempff), per arrivare infine a un Beethoven esclusivamente contemplativo, morbido e sereno (Gould), deprivato di ogni spunto bellicoso.
- Bach, Variazioni Goldberg, tema iniziale: Gould 1956 e Gould 1981. In questo caso la differenza non potrebbe essere più radicale (ed è di fatto piuttosto impressionante). L’esecuzione giovanile rompeva con una concezione di Bach tetra e seriosa, proponendo un fraseggio effervescente, un tocco omogeneo, ma brillante: è un Bach gioioso. Gould 1981 ripudia invece il presunto esibizionismo virtuosistico che si celerebbe (a suo parere) nella esecuzione di Gould 1956, e propone un’interpretazione molto più lenta, che suggerisce un estremo stato di contemplazione, ma con un dolore segreto e rattenuto, forse il dolore della umana solitudine.
- Mozart, sonata per pianoforte k. 331, III movimento, Allegretto Alla turca: Maria Joao Pires e Glenn Gould. La Pires si rifà al canto ed esalta il fulgore della linea melodica, in una esecuzione vivace, ricca di contrasti dinamici, molto legata e non esente da variazioni agogiche. Gould nega ogni contrasto, in nome di una continuità di tipo bachiano, e non pensa al canto, ma alla regolarità ritmica, alla udibilità di ogni singola nota, senza legato, senza contrasti dinamici, senza rubato.
- Beethoven, Sinfonia n. 3, IV movimento, esposizione del tema da parte dei corni con sottofondo dei violini: Furtwängler e Bernstein. Mentre il primo (ed anche Karajan, sulla sua scia) opera scelte interpretative molto nette, facendo distinguere gli strumenti che detengono la parte principale, Bernstein preferisce un maggiore equilibrio tra le parti, in modo che sia l’ascoltatore a scegliere cosa ascoltare. Naturalmente il rilievo viene dato alla frase principale, ma senza quella ulteriore sottolineatura che è propria soprattutto di Karajan.
Per concludere, si può
dire che l’esercizio del paragone è una operazione utile a non
assolutizzare, ma che ha in sé anche la possibilità di
individuazione di aree ed autori preferiti dai vari interpreti, in
cui cioè il loro acume critico ed artistico ha modo di esprimersi al
meglio.
Tale è il caso, per
fare solo pochi esempi, del Debussy e del Ravel di Michelangeli, del
Bach e dello Schoenberg di Gould, dello Chopin di Pollini, del Mozart
della Pires, dello Schubert di Svjatoslav Richter, del Wagner di
Knappertbusch, del Berlioz di Prêtre, del Mahler di Bernstein, del
Verdi di Toscanini, del Tchaikovsky di Karajan, del Mozart di Muti,
ecc.., ecc...
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