Una minuta di riflessioni estetico-musicali


Chopin, Brahms, Cajkovsij, Mahler, Schubert, Schumann, Shostakovich. E’ possibile comparare mondi simili? Chopin, apparentemente, sembrerebbe il più sentimentale dei compositori. Il suo è un mondo così vaporoso, affascinante, ma Chopin dietro i ghirigori da salotto nasconde una malinconia insondabile. Schumann gioca con la fatuità, ma la drammatizza contrapponendola a una sorta di fuga nella natura. Schubert, in opere come la serenata o la sonata in la minore per violino, del romanticismo pare la quintessenza. Penso che il romanticismo abbia un apice, o un ideale, e che questo sia Schubert (o Schumann). Se noi prendiamo Franck, erede schubertiano, o Reinecke, erede mendelssohnniano, epigoni entrambi, vediamo come essi siano quintessenze del tardo romanticismo, o decadentismo, ad esser cattivi, o romantici minori. Direi che l’elemento boschivo (fuga regressiva e istintuale nella natura) vi predomina. Brahms è un romantico in maglie classiche: le maglie della forma beethoveniana che adorava. Ma mentre per Beethoven le maglie erano l’essenza e il romanticismo l’eccezione, in Brahms è il contrario: quelle maglie son troppo larghe. Tchaikovsky è un sublime sinfonista che ingentilisce in forme classiche un romanticismo potente, della più bell’acqua, in cui predomina la più grande vena melodica, insieme a quella di Schubert, che sia mai esistita nella storia della musica.

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