La sprezzatura come chiave dell'interpretazione

In Scritti sulla musica (2016) ho affermato che quando un interprete trova la chiave interpretativa per accedere al mondo parallelo, lui e il compositore vengono trascinati via ed entrano a far parte del quadro estetico che essi stessi esprimono (ho denominato questo fenomeno anche come poetizzazione del mondo, precisamente in Scritti sulla musica 2016, paragrafi 263 e 341). Ora preciso che lo strumento che permette all'interprete di fare ciò (la chiave interpretativa) è la sprezzatura, la nonchalance, ossia la possibilità di riuscire a suonare precisamente nel modo giusto, cioè bello, senza destare alcuna impressione di volerlo dimostrare. Più precisamente, la possibilità di suonare come se la bellezza fosse un fatto normale, quotidiano.

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