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Perché?

Perché gli studi per pianoforte, Op. 10 di Chopin dovrebbero essere opera artisticamente più ragguardevole degli studi Gradus ad parnassum di Muzio Clementi? No, infatti non è così: non lo sono.

Il genere musicale dello studio per pianoforte come espressione artistica della nevrosi

L'attenzione ad ogni dettaglio e l'esercitazione preminente su di un'abilità alla volta richiamano il perfezionismo del nevrotico che elabora e rimugina i dettagli in attesa di occuparsi di un progetto grandioso che è sempre rimandato: lo studio eleva a valore artistico quell'indugiare nei dettagli.

Clementi vive

Muzio Clementi viene rivalutato nel corso dei decenni, con l'aumentare della conoscenza della sua musica. Tale rivalutazione si ha sia nel giudizio estetico, sia nella qualità e quantità di esecuzioni e registrazioni disponibili. Già da alcuni decenni sono disponibili le registrazioni del suo significativo lascito sinfonico ed anche la sua opera per pianoforte, per la quale è maggiormente noto, trova oggi maggior completezza, varietà e qualità interpretativa. Il mondo poetico di Clementi è il classicismo nel modo che Beethoven sviluppò. Ora non si tratta di rivendicare una paternità cronologica o territoriale (concetti che in musica contraddicono il significato stesso della musica), ma di riconoscere l'importanza di quel mondo poetico.