Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta Wagner

Trascrizione per piano di Liszt dell'ouverture del Tannhauser di Wagner

Finalmente così, con questa  doppia riduzione  (1-la sola ouverture; 2-trascritta per pianoforte), quest'opera si può apprezzare.

Leitmotiv

Uno si aspetterebbe che i leitmotiv (melodie associate ai personaggi di un'opera o a simboli e situazioni ricorrenti nell'opera stessa) fossero un'invenzione di Wagner, quindi della seconda metà dell''800 e invece no, risalgono perlomeno all' Eumelio di Agostino Agazzari, del 1606, come sembrerebbe evincersi da ciò che afferma Flavio Testi alle pp. 126-127 del primo dei due tomi dedicati al '600 della Storia della musica italiana da S. Ambrogio a noi ( La musica italiana nel Seicento , Ed. Bramante, 1972), nel riportare una descrizione del fenomeno (melodie associate ai personaggi) di Nino Pirrotta, alla voce "Agazzari" dell' Enciclopedia dello spettacolo (Roma, 1954).

Le riduzioni per pianoforte di alcuni brani di Wagner da parte di Glenn Gould

Riduzione di che cosa? Della monumentalità. Riduzione della monumentalità oscura e sua trasformazione in limpido intimismo estetico, fruibile ad uso domestico. Tale appare l'operazione effettuata da Gould come trascrittore e interprete del preludio del primo atto dei Maestri cantori di Norimberga  e di brani del Crepuscolo degli dei  di Wagner.  Segnalo  il mio saggio su Glenn Gould  per chi volesse approfondire la sua estetica.

Ulisse di Dallapicola

Immagine
Echi dei lieder di Mahler e di Wagner, oltreché del primo Schoenberg e del Berg di Wozzeck, in questo nobilissimo e pregiato capolavoro di Dallapicola.  

La ciclicità come principio romantico

Wagner , Mahler , Franck , Berlioz , ma anche Schumann (per esempio nel concerto per violoncello ) hanno fatto uso della ciclicità : la tecnica non è estranea alla maggior parte dei compositori di ogni tempo. Ma nella sua forma caratterizzante e ideologica, per la quale un tema si trasforma e ricompare invecchiato o con atteggiamenti caratteriali volta a volta non solo diversi, ma anche molto distanti fra loro per temperamento, si può dire che sia una forma prediletta dai romantici. I temi sono come persone che si presentano ogni volta in modo diverso e che dicono, nella loro somiglianza, volta a volta qualcosa di profondamente diverso. Il risultato espressivo è affine a quel genere di sorpresa che si rileva all'ascolto di quel genere musicale che più di ogni altro è fondato sulla ciclicità, cioè il tema e variazioni .

Confronti

Le differenze tra le varie esecuzioni riflettono sempre differenze più o meno profonde di approccio interpretativo tra i vari interpreti. A volte, a cambiare è l’intera mentalità, per così dire il “segno” dell’estetica sottostante l’interpretazione. L’ascolto analitico comparato di uno stesso brano in diverse esecuzioni ci mette in grado di far venire alla luce le differenze macroscopiche e microscopiche che contraddistinguono ogni interpretazione dalle altre. A volte - è appena il caso di notarlo - differenze apparentemente macroscopiche non corrispondono a interpretazioni di segno radicalmente opposto, laddove invece differenze minori e più sottili possono essere la spia di un cambiamento radicale di mentalità: tale infatti è la struttura di ogni brano musicale, per cui basta il mutamento di un particolare anche misero ed apparentemente insignificante per dare all’intera struttura un senso completamente diverso. Alcuni esempi di confronti tra brani: Beethoven, Sinfonia...

L’ultimo movimento della quarta sinfonia di Mahler

Mai un movimento ha detto tutto da solo quanto questo: magie, boschi e laghi incantati, corni magici del fanciullo, ghiottonerie, innocenza di un tempo, patire la fame e rifarsi in paradiso, la musica celeste che converrebbe far ascoltare al nostro funerale, i poveri e il loro riscatto, il grottesco, la negativa del mondo, il mondo alla rovescia, la possibilità di riscatto, la musica di Mahler che abbraccia i derelitti che sono travolti dal corso del mondo (come afferma Principe), la possibilità di salvezza, il paradiso, la vita eterna, l’ingenua melodia del clarinetto che apre una musica di scena mai inserita in un’opera, ma che secondo alcuni richiama un passo di Wagner, la meraviglia celeste cantata da una soave voce di soprano, a volte direttamente da una voce bianca, l’impossibilità di spingersi oltre nel mare di dolce e malinconica estasi e sofferenza. E molto, molto altro.

Una teoria di molti anni fa

CALORE, FREDDEZZA E “CRITERIO DELL’ADERENZA”: UNA TEORIA SULL’INTERPRETAZIONE MUSICALE Fin dai tempi Mendelssohn e di Wagner la grande distinzione tra i vari tipi di interpreti è sempre stata tra interpreti freddi e interpreti caldi. Al di là di ogni possibile sfumatura, verificata di volta in volta con maggiore o minore acume da questo o quel critico musicale, la prima preoccupazione è inquadrare l’interprete nell’una o nell’altra categoria: freddo o romantico? Coinvolto o distaccato? La difficoltà a riflettere in modo sereno e allo stesso tempo smagato sulla validità di una simile impostazione critica è accentuata dal fatto che pressoché tutti gli interpreti, se interrogati sull’argomento, amano dare di sé l’immagine dell’interprete quanto più caldo e romantico possibile. Il motivo di un simile atteggiamento (che rischia tra l’altro di indurre chi voglia porsi in termini più seri la questione della validità di un simile criterio di valutazione a lasciar ...