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Visualizzazione dei post con l'etichetta Espressionismo

Tra espressionismo e contemporaneità

Noi possiamo rinvenire già in Mahler e in Strauss le radici dell'espressionismo, con ciò qualificando l'espressionismo come epigono del romanticismo musicale. Se invece prendiamo le avanguardie musicali successive all'espressionismo, noi notiamo che la componente romantica viene forclusa. Tale forclusione ha portato all'abbandono della platea allargata dei fruitori i quali si sono rivolti ad altri generi. Tale raffreddamento, e non direttamente l'atonalità o la dodecafonia, ha determinato un allontanamento del pubblico. Prova ne sia che molti assistono a concerti di Schoenberg, Berg e Webern, oltre che di Mahler e Strauss, mentre ben poco seguito hanno le avanguardie del secondo dopoguerra del '900.

Elogio dell'Espressionismo musicale

La capacità dell’ espressionismo musicale di essere futuro (‘900) e i suoi legami col passato (‘800). Mi rifiuto di vedere nell’espressionismo un fenomeno da museo, un qualcosa di relativo e come tale morto e sepolto. L’impulso dell’espressionismo musicale verso il futuro, con quei suoni mai uditi, inauditi, configura il futuro come spazio utopico. Io credo fermamente che la lettura del ‘900 visto dalla prospettiva dell’espressionismo, faccia del ‘900 un simbolo della modernità, che quel segnavia aperto, quel tracciato verso il futuro costituisca un futuro utopico, aperto in quanto in parte è solo immaginato e pertanto ancora possibile, in parte realizzato. Per collegarci al ‘900 indicato in visione dagli espressionisti, bisogna rifarsi a Benjamin , alla sua visione della storia.

Due vie a partire da Mahler

Gustav Mahler è un compositore tardoromantico e, come tale, sperimenta su di sé i limiti del sistema tonale, giunto a cavallo tra i due secoli ad un tale livello di ipertrofia cromatica da far pensare ad un esaurimento delle sue possibilità. Cromatismo è il procedimento compositivo che va per scale di semitoni, dette appunto cromatiche, e che ha quindi una forza centrifuga rispetto al centro tonale, caposaldo della musica dell’Occidente. Questo progressivo allontanarsi dal centro tonale e dalle cadenze armoniche classiche giunge con Mahler ad un punto culminante. Dopo di lui erano dunque possibili (almeno) due strade: quella tecnica, che affronta il problema dell’agonia del sistema armonico basato sulla tonalità, dandogli una soluzione radicalmente innovativa (Schoenberg); quella temperamentale - se è lecito chiamarla così - la quale fa affidamento alla vena romantica di Mahler e la fa rivivere, fermando l”emorragia” cromatica, adottando cioè uno stile anche più tradiz...

Musica atonale

Riflettevo in questi giorni sul fatto che si potrebbe anche descrivere l' incipit della musica contemporanea , con l' atonalità e la dodecafonia , come l'invenzione di un codice segreto fatto di suoni che a tutta prima è difficile capire e messo lì a protezione sia del nucleo romantico della musica, sia della più alta espressione della dignità dell'uomo e della sua libertà. Alla fine di tutta la tonalità, quando il cromatismo divenne ipertrofico ("quando tutto ormai era divenuto insopportabile" per citare l'inizio del racconto di Kafka intitolato "Essere infelici" ), quando cioè la melodia si prestò al sentimentalismo prima e poi all' ideologia totalitaria , quello atonale e poi dodecafonico fu un linguaggio che protesse l'uomo, la sua dignità e la sua libertà. Perciò fu identificato dal regime nazista come linguaggio degenerato , in quanto non si prestava ad essere strumentalizzato dall'ideologia trionfalistica o sentimenata...