Due vie a partire da Mahler
Gustav Mahler è un compositore
tardoromantico e, come tale, sperimenta su di sé i limiti del
sistema tonale, giunto a cavallo tra i due secoli ad un tale livello
di ipertrofia cromatica da far pensare ad un esaurimento delle sue
possibilità. Cromatismo è il procedimento compositivo che va per
scale di semitoni, dette appunto cromatiche, e che ha quindi una
forza centrifuga rispetto al centro tonale, caposaldo della musica
dell’Occidente.
Questo progressivo allontanarsi dal
centro tonale e dalle cadenze armoniche classiche giunge con Mahler
ad un punto culminante. Dopo di lui erano dunque possibili (almeno)
due strade: quella tecnica, che affronta il problema dell’agonia
del sistema armonico basato sulla tonalità, dandogli una soluzione
radicalmente innovativa (Schoenberg); quella temperamentale - se è
lecito chiamarla così - la quale fa affidamento alla vena romantica
di Mahler e la fa rivivere, fermando l”emorragia” cromatica,
adottando cioè uno stile anche più tradizionale e classico rispetto
a quello mahleriano. Tra i compositori a noi contemporanei che hanno
seguito questa seconda strada vi è Shostakovich.
Schoenberg è innanzitutto il padre
dell’espressionismo musicale, cioè il testimone di un’epoca
europea carica di terribili presagi (tale è il periodo tra le due
guerre, considerato da tutti gli artisti in genere, in ispecie quelli
operanti nell’area germanica): il Pierrot lunaire Op. 21,
per voce recitante con accompagnamento, è espressione di un
lacerante strazio interiore, ottenuto tecnicamente facendo sfiorare
al canto le note reali, ma mai intonandole pienamente. Lo
straniamento allucinato è un atteggiamento dell’animo, ma
Schoenberg opera con la successiva adozione del sistema dodecafonico
una rivoluzione armonica: la matematica certezza di aver abolito un
centro tonale tramite il divieto di ripetere una nota senza prima
aver suonato tutte le altre (la cosiddetta “serie”, da cui la
musica “seriale”).
La tecnica di Schoenberg troverà
seguito prima con i suoi allievi Webern e Berg, poi con molti
compositori contemporanei, ma perderà il grande pubblico.
Ciò che si può evitare non negando
al Romanticismo un suo prosieguo, come ben sa Shostakovich (v. il
concerto per pianoforte n. 2), il quale costituisce un esempio di
come l’orecchiabilità, ancorché marchio infamante di musica
dozzinale, è una strada ancora aperta per chi vuole comporre musica
non solo per un empireo di intellettuali accigliati.
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