Gli incontaminati cieli barocchi della Durnitz
Non meraviglia che Gould tenesse in
grandissimo conto la Sonata per pianoforte K. 284 di Mozart,
dal momento che in essa il maestro salisburghese si limita a
riproporre in tutta la sua lussureggiante completezza il repertorio
di atteggiamenti melodico-armonici tipici della sonata barocca.
La struttura formale, e in particolare
armonica, riveste notevole importanza nella Dürnitz, a
scapito dell’edonismo sonoro e della melodia, dai quali,
infatti, Gould nella sua esecuzione riesce agevolmente a prescindere.
La molteplicità di atteggiamenti vitali proposti nel Tema e
variazioni ci fa passare con rapidità, nelle variazioni, da un universo all’altro, senza
soluzione di continuità, senza pretesti formali, né agganci più o
meno artificiosi: è questa una sonata spudoratamente barocca nella
forma e pudicamente antiedonista nello spirito che la anima. La
continuità è data dall’insieme, dal giustapporsi di queste vedute
sulla vita (quasi che ogni variazione fosse una finestra da cui
guardare il mondo, dall’alto, con un’angolazione sempre diversa).
La Sonata K. 284, pur essendo
dotata di una meravigliosa compattezza, presenta alcune discrepanze. Alla
sontuosità ed alla ricchezza della maggior parte di queste
variazioni si sovrappone il carattere “di raccordo” di alcune. Le variazioni sembrano avere pertanto anche la valenza di brani autonomamente dotati di significato, in cui non è la concatenazione e la successione l'elemento esteticamente fondante.
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