Una teoria molto discutibile


DAVANTI E DIETRO LE QUINTE


Le varie età di un musicista corrispondono alle età della storia della musica (con qualche approssimazione, evidentemente), il che potrebbe far riflettere, in grande, sulle varie età dell’uomo in generale.
Partiamo da un selvaggio gruppo di ragazzini dai nove ai dodici anni che si preparano al loro piccolo saggio musicale in una sala della periferia cittadina.
Il palcoscenico non viene vissuto da loro come distaccato dal resto del mondo, che è unificato in uno spirito conviviale: è l’età del “con”.
Non esiste scissione tra “io” e “mondo”, tra musicista e pubblico, e anche la paura del palcoscenico rientra sempre e comunque a far parte dello stesso gioco, dell’armonia del mondo. La convivialità è armonia del mondo, e quei ragazzini non sono scissi dal mondo, come le statuine non sono scisse dal presepe di cui fanno parte.
A quale età della storia della musica corrisponde questa infanzia fatta di armonia, di assenza di scissioni, di una corrente calda, di “con”? All’età della musica barocca.
La stessa convivialità, la stessa assenza di fratture tra “io” e “mondo”, lo stesso “essere sempre parte del gioco” lo ritroviamo nella musica barocca.
Veniamo alla metafora: in quest’età (dell’infanzia del piccolo musicista e della musica barocca) il ragazzino che tra poco dovrà suonare al saggio continua a correre e a saltabeccare con la massima facilità, disinvoltura ed eccitazione dal “dietro” del palcoscenico (dove lui e i suoi compagni, ridendo di paura e di gioia, stanno preparando i loro strumenti e i brani da eseguire) al “davanti” (dove ora qualcuno dei loro compagni sta già suonando, e dove tra poco suonerà anche lui), facendo capolino e pregustando l’evento. Questa è un’atmosfera da presepe, ed è l’atmosfera della musica barocca.

All’età dell’adolescenza corrisponde invece l’età del romanticismo musicale, con le sue componenti di esasperazione dell’affettività, scissione tra “io” e “mondo”, vulcanici rivolgimenti interiori ed assoluto amore di sé, misantropia, odio-amore per il mondo.
Lo stesso ragazzo che deve dare il saggio se ne sta ora seduto ad aspettare il suo turno in ansiosa solitudine, decisamente dietro le quinte, senza più avere né la capacità né la voglia di passare velocemente a far capolino sul proscenio per vedere cosa succede al suo compagno, senza scherzare più con i compagni: tra il “davanti” e il “dietro” delle quinte si è creata una ferita, destinata a non rimarginarsi, l’armonia si è rotta, non si ha più la certezza di fare tutti parte del flusso, ma ognuno si sente in credito col mondo, ha qualcosa dentro che vuole portare fuori solo ed esclusivamente nel suo momento, nel momento cioè in cui toccherà a lui di suonare. Ecco perché non fa capolino spiando sul palcoscenico: odia il mondo perché pensa gli debba qualcosa, e questo qualcosa pensa di giocarselo con la sua esecuzione del brano, sognando il riscatto del trionfo e temendo la capitolazione dei fischi.

Ora che quel ragazzo è diventato un musicista professionista, esiste per lui solo il “davanti” delle quinte, del palcoscenico. E’ l’età corrispondente al predominio esteriore della tecnica che a tutt’oggi ha predato la storia della musica, incanalandola in una sterile freddezza.
La musica contemporanea, tecnica e professionale, asettica ed a-sentimentale, corrisponde al musicista professionista che sa di poter far bene musica e che si è integrato perfettamente con il pubblico, a costo però di sopprimere completamente l’ego interiore dell’età romantico-adolescenziale: il conflitto io/mondo si è dunque risolto a favore del mondo, giacché questo era l’unico modo che l’”io” aveva per sopravvivere.

 La ferita prodottasi tra “io” e “mondo”, tra davanti e dietro le quinte permane, e l’armonia comunque è rotta, sicché nulla cambia rispetto all’età romantica: là vinceva l’”io” (il “dietro le quinte”) rispetto al “mondo” (il “davanti le quinte”); qui è tutto al contrario, ma comunque manca quell’armonia tra “io” e “mondo”, tra “davanti” e “dietro” le quinte: urge ritrovare quell’armonia, l’armonia del barocco musicale.

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