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Visualizzazione dei post da 2024

Friedrich Kalkbrenner e il calco della forma sonata

Friedrich Kalkbrenner sembra corrispondere in pieno all'esasperazione di tipo hegeliano che alcuni teorici dell'ottocento (come Adolf Bernhard Marx) diedero alla versione beethoveniana della forma sonata, esasperazione così ben descritta da Dahlhaus e da Charles Rosen nei loro testi. Ad esempio, egli sembra corrispondervi con le sue sonate per pianoforte, tutte di pregevole fattura e tutte aderenti ad un "calco standard" di forma sonata.

Ouverture del Franco cacciatore di Weber

Questa ouverture è così bella, così piena di presagi e di inventiva, è così allusiva (adombrando una serie di categorie dello spirito, in primis  quelle dell'avventura e della gioia), che non mette proprio conto di ascoltare l'opera.

Il terzo movimento della quarta sinfonia di Mahler diretto da Kubelik

Assistito da un'orchestra dai colori e dal virtuosismo unici come la Symphonieorchester Des Bayerischen Rundfunks, Kubelik esprime qui il bizzarro e l'atroce in modo ancora più tipico di quanto riuscì a fare Bernstein con i Concertgebow, e collocandosi - nell'interpretazione di questo celebre movimento - più vicino a Boulez che ne mostrò l'ironia (mentre a Bernstein invece riuscì di immedesimarsi interamente nel dolore e nella passione che qui vengono espressi). Queste ed altre consimili riflessioni sulla quarta di Mahler, oltre che qui sul blog, anche in alcuni dei miei testi .

L'ouverture dell'Oberon di Weber secondo Kubelik

La vertigine è patrimonio di alcuni grandi direttori. Tra questi, Kubelik, con la Bavarian Radio Symphony Orchestra, la esprime in grado sommo (con perfetto climax ascendente fino al finale) in tale brano, collocandolo a mio avviso, più che in una zona a metà tra l'eroismo romantico e il buffonesco (ciò che costituirebbe la lettura più naturale), in una zona di confine che prefigura nientemeno, quanto a qualità dell'espressione, la seconda scuola di Vienna, per quanto ciò possa sembrare anacronistico.

Il microscopio di Giulini

Come al microscopio possiamo vedere una serie di dettagli che solitamente sfuggono all'occhio, così le interpretazioni dei brani orchestrali di Giulini rivelano, di qualsiasi autore, tracce nascoste e insospettabili, dettagli importanti. Tale effetto viene realizzato principalmente con l'attenzione a due fattori: 1) l'attenzione alla qualità del suono; 2) un andamento generalmente più lento della media degli altri direttori. Inutile dire che i due fattori si tengono insieme. Più si affrontano a velocità moderata i brani e maggiori possibilità si avranno di fare risaltare in maniera accurata e qualitativamente elevata tutti i dettagli sonori. E' una lettura che non manca mai di stupire, anche se alcuni a volte parvero lamentare una minore eccitazione - rispetto alle interpretazioni di altri direttori - dovuta precisamente alla minore concitazione agogica. Altri fattori resi possibili dall'andamento mediamente più moderato sono il vigore del crescendo e la retorica (i

I duetti vocali da camera di Agostino Steffani

Gioie assolute nel firmamento del Barocco, i duetti vocali da camera di Steffani non hanno niente da invidiare ad alcun coevo lavoro di alcun altro autore, non lasciano alcun tipo di insoddisfazione nell'ascoltatore, persistono nel ricordo, confortano l'immaginazione, esprimo un'umanità raffinatissima,  eppur immediatamente comprensibile, aspirano, senza esibizione di intenti, alle remote regioni dell'universalità in musica, rivestono la tematica del lamento d'amore di un'aura quasi sacrale, ma non scevra di elevato umorismo. Sono, in una parola, musica colta della più bell'acqua. Su Steffani ho scritto, oltre che qui sul blog, anche in alcuni dei miei lavori .

Musica anno zero

La fine della musica è dovuta al fatto che la fruizione estetica è resa impossibile dall'assenza di gusto e dal mancato riconoscimento di senso e valore alla ricerca del bello, anzi alla completa rimozione della sua stessa esistenza. Pertanto "musica anno zero" significa che dobbiamo ripartire da qui, dal mancato riconoscimento del bello e del valore assegnato alla ricerca del bello e quindi tentare di ripartire rifondando un'estetica. Queste ed altre riflessioni, oltre che qui sul blog, in alcuni dei miei testi .

Il centro dell'universo musicale

Il centro dell'universo musicale dev'essere un luogo incontaminato, la cui bellezza sia inoppugnabile e di plastica evidenza, percepibile da ogni angolazione. Perciò è necessario organizzare un concorso in cui un'apposita commissione stabilisca quali composizioni possono gareggiare tra loro per ottenere tale titolo. La mia proposta - dico sommessamente "oggi", stante l'ineliminabile quota di volubilità umana di cui è preda anche il pensiero più platoneggiante - cade sulle sonate per gravicembalo di Pietro Domenico Paradisi. Ma vediamo qui di seguito i vantaggi di tali sonate in termini estetici. Innanzitutto, se prese con buona regolarità nella scansione ritmica, offrono un senso impareggiabile di serena simmetria, esente, come tutti i brani al clavicembalo, da costruzioni drammatiche basate sull'escursione dinamica. Inoltre, il procedimento compositivo potrebbe essere definito "per gemmazione", cioè con giustapposizione di episodi senza uno svil

Virtuosismo

Il virtuoso si riconosce perché si butta a capofitto  nelle difficoltà  tecniche, anziché ignorarle.

Il problema dell'interpretazione

Il problema dell'interpretazione musicale presuppone il riconoscimento della sua complessità: presuppone cioè il riconoscimento del problema (dell'entità "problema" e non di un problema specifico) e il riconoscimento dell'interpretazione musicale (dell'entità "interpretazione" e non di un'interpretazione specifica) come  dotati di senso e di valore. Con riferimento all'oggi, sembra che tale riconoscimento manchi, perché probabilmente manca l'attitudine ad operare distinzioni in fatto di estetica, ciò derivando a sua volta dalla mancata ricerca di un riferimento autentico, inteso come genuino e universalistico, trovandosi la disciplina scaduta nel mero soggettivismo. Inoltre, oggi, la proposizione di problemi viene generalmente collegata a uno stato di minorità, anziché essere vista come una pregiata caratteristica dell'intelletto. Il concetto stesso di ricerca, in senso filosofico-musicale, è inaridito alla fonte, perché non si presup

Sinfonie di Johann Christian Bach

All'improvviso , dopo una serie di movimenti più o meno manierati, si para innanzi questo squarcio notturno di schietta natura pre-romantica che, come si suol dire, "vale da solo il prezzo del biglietto". E' in un presunto stile "italiano"? Ma tale stile esiste veramente? Mi vengono in mente, tra gli altri: Steffani, Alessandro Scarlatti e Galuppi  (per non parlare degli adagi dei concerti degli esponenti della scuola barocca veneta, ma anche di certi adagi dei concerti per tastiera di Bach padre). L'etichetta storico-musicale potrebbe essere Empfindsamer Stil , preromanticismo, preclassicismo, stile galante maturo, ma la verità è che ciò che si percepisce è unicamente una medesima atmosfera culturale che identifica una ben precisa categoria dello spirito, inaugurando il genere "notturno" cent'anni prima della sua comparsa ufficiale.

Ingrid Haebler e J.C. Bach

Un uso del  fortepiano , quello della Haebler , che - a differenza di quanto avviene per molti tra coloro che utilizzano gli antenati del pianoforte - non contempla quella brutta pratica esecutiva del continuo rubato .