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Visualizzazione dei post con l'etichetta Richter

Sonata per pianoforte n. 33 di Haydn

In questo bel brano (I mov.) il primo gruppetto crea uno spartiacque tra esecutori: a mo' di acciaccatura o di appoggiatura? Gli estremi sono Brendel e Richter. L'importante è crederci. Credere nell'acciaccatura significa restare in tempo; credere nell'appoggiatura significa affondarvi le mani e rallentare senza pentimento (senza restituire?). Lo stile sensibile (come indicato per questa sonata da William S. Newman nel suo The Sonata in the Classic Era , terza edizione, The University of North Carolina Press, 1983, p. 123) emergerà comunque, sol che si creda nella scelta e non si rimanga in una via di mezzo che propone un'inesistente moderazione.

Sonata di Franck

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Nell'ambito di un'incisione per lunghi tratti elegantemente impreziosita da un suono bello e da una precisa scansione ritmica, sembra che sfugga agli interpreti il fatto che, con questa sonata, siamo di fronte al non plus ultra del romanticismo cameristico. Troppa sobrietà rischia di apparire pedantescamente scolastica: andarsi a risentire le interpretazioni di Perlman/Ashkenazy, di Galway/Argherich e di Oistrakh/Richter.  

Rubinstein 1967 nel concerto per pianoforte di Schumann

Con Giulini sul podio, il Maestro espande infinitamente il fascino lirico del primo movimento, mettendo un po' in sordina, ma senza snaturarli, gli elementi di fascino ritmico che costituiscono l'altro volto del concerto stesso. E' un'interpretazione che sta al pari di quella di Richter con Rowicki sul podio. Anzi, rispetto a quella, l'edizione Rubinstein-Giulini è come se fosse la negativa. Mentre Rubinstein e Giulini vedono come centrali le parti liriche e invece come parentesi le parti ritmiche più agitate, per Richter-Rowicki è il contrario.

Schumann è un bravo ragazzo?

Confronto Pollini - Richter nel concerto per pianoforte di Schumann . Se noi prendiamo due pesi massimi di tal fatta, riesce difficile istituire l' optimum . Però si possono cogliere alcune differenze di carattere, aldilà del virtuosismo. Nel caso di Richter, una concezione più fluida della scansione ritmica e una maggiore escursione dinamica sono gli strumenti espressivi al servizio di una concezione che si potrebbe definire quasi  dostoevskiana   ante litteram del concerto di Schumann, in cui vi è un elemento quasi demoniaco . Nel caso di Pollini invece, ritroviamo una logica quadrata, assai nobile negli intenti come nella realizzazione, ma che parrebbe tradire una sorta di petitio principii a proposito dell'innocenza del romanticismo schumanniano: Schumann pare qui un bravo ragazzo che rivela la propria giovane età, i propri sogni. Richter sembra dimostrare il contrario. Tra i molti passi in grado di asseverare la notata differenza interpretativa tra i due, vi è ...

Confronti

Le differenze tra le varie esecuzioni riflettono sempre differenze più o meno profonde di approccio interpretativo tra i vari interpreti. A volte, a cambiare è l’intera mentalità, per così dire il “segno” dell’estetica sottostante l’interpretazione. L’ascolto analitico comparato di uno stesso brano in diverse esecuzioni ci mette in grado di far venire alla luce le differenze macroscopiche e microscopiche che contraddistinguono ogni interpretazione dalle altre. A volte - è appena il caso di notarlo - differenze apparentemente macroscopiche non corrispondono a interpretazioni di segno radicalmente opposto, laddove invece differenze minori e più sottili possono essere la spia di un cambiamento radicale di mentalità: tale infatti è la struttura di ogni brano musicale, per cui basta il mutamento di un particolare anche misero ed apparentemente insignificante per dare all’intera struttura un senso completamente diverso. Alcuni esempi di confronti tra brani: Beethoven, Sinfonia...