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Daniel Barenboim nel concerto n. 21 di Mozart

Dove si nota  che l'eredità pianistica di Kempff nell'interpretazione di questo concerto viene ripresa e migliorata da Barenboim, mentre le sfumature di carattere operistico-buffo della parte orchestrale vengono rese meglio da Bernhard Klee : per Barenboim pare sia il primo movimento di un concerto drammatico al pari del n. 20 e non di un concerto  à la manière de , in cui Mozart gioca tra il serio e il faceto e ciò si nota ancora di più nel celeberrimo secondo movimento  che Barenboim prende assai lentamente. Singolare anche il fatto che invece nel primo movimento del concerto n. 22 per Barenboim cambia tutto , sicché il movimento risulta vorticosamente umoristico.  Il secondo movimento del n. 22  viene reso in perfetta profondità, al pari della versione di Perahia .

La chiusa del secondo movimento della Fantastique

Dutuoit, Gergiev e Celibidache affondano le ultime note, rallentando. Maazel, Bernstein, Prêtre, Mitropoulos, Ormandy, Dudamel e Muti seguono la strada opposta, stringendo. Abbado sceglie una soluzione intermedia (prima accelera e rallenta sulle ultimissime note). Altrettanto Karajan (che, al contrario, prima rallenta e nelle ultimissime note accelera), Barenboim, Rattle e Mehta. Dudamel stringe molto, mantenendo però lunga la nota finale. Celibidache, Mitropoulos, Rattle e Bernstein fanno sentire molto bene tutte le note nei passaggi veloci dei violini. Mille e più mille scelte diverse per un finale di movimento che, comunque lo si prenda, è travolgente.

Barenboim e il notturno op. 15, n. 1 di Chopin

Ciò che azzecca in pieno qui Barenboim non è il micro-fraseggio di dettaglio, come Pollini, né l'individuazione di un timbro peculiare, come Arrau, né il controllo dinamico, come Pollini e Arrau, né le sfumature di colore diverso, come Benedetti Michelangeli e Hrowitz. Ma il macro-fraseggio, la macrostruttura del brano con tutte le sue implicazioni. E così, l'op. 15, n. 1 diviene  il più bel notturno, scorrevole e narrativamente lucido. E' il senso generale del romanzo, della narrazione, la sua corretta suddivisione in capitoli, ciò che coglie in pieno Barenboim.