Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta Berlioz

La chiusa del secondo movimento della Fantastique

Dutuoit, Gergiev e Celibidache affondano le ultime note, rallentando. Maazel, Bernstein, Prêtre, Mitropoulos, Ormandy, Dudamel e Muti seguono la strada opposta, stringendo. Abbado sceglie una soluzione intermedia (prima accelera e rallenta sulle ultimissime note). Altrettanto Karajan (che, al contrario, prima rallenta e nelle ultimissime note accelera), Barenboim, Rattle e Mehta. Dudamel stringe molto, mantenendo però lunga la nota finale. Celibidache, Mitropoulos, Rattle e Bernstein fanno sentire molto bene tutte le note nei passaggi veloci dei violini. Mille e più mille scelte diverse per un finale di movimento che, comunque lo si prenda, è travolgente.

Il suono e il ritmo: due registrazioni della Symphonie fantastique di Berlioz a confronto

Dutoit con l'Orchestre Symphonique de Montréal, 1984, offre una versione in cui la voluttà e il mistero del suono creano il sogno, realizzando in tal modo il programma della Fantastique. Si tratta di un suono paragonabile per qualità a quello di lussureggiante bellezza dei Berliner dello stesso periodo storico. Ritmicamente è molto piatta, come esecuzione, convenzionale. Mehta con la London Philarmonic Orchestra, 1993, suscita invece prima il sogno e poi l'incubo, con chiaro stacco narrativo e preciso  climax drammatico, tramite un'agogica di tipo demoniaco, in un'interpretazione in cui ad essere centrale è il ritmo.

Sinfonia funebre e trionfale di Berlioz

Immagine
Strepitoso brano e strepitosa orchestra: scansione metrica precisa, suono curato nel dettaglio.  

Canti di prigionia

Immagine
Bellissmo, aereo, angelico, divino. Sarebbe interessante approfondire la storia delle composizioni create, come questa, sul motivo melodico della sequenza medievale del Dies Irae (Berlioz, Liszt, Mahler, Rachmaninov...), così come di tutte quelle create sul motivo della danza portoghese della Folia.