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Visualizzazione dei post con l'etichetta Bruckner

Explosante fixe

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Così come in Bruckner vi sono i suoni del mondo della natura e della foresta, senza l'uomo, così in Boulez ci sono i suoni della città, senza l'uomo.  Ulteriori dettagli nel  mio saggio di estetica musicale sulle opere complete di Boulez.  

Retorica alta

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Celibidache è maestro di retorica alta, di tensione crescente, culmine e discesa. Con un suono, quello dei Munchner, da fare impallidire gli odierni Wiener e Berliner.  

Bruckner, nona sinfonia, Celibidache, Orchestra filarmonica di Monaco

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Ci voleva proprio una musica di ampio respiro, voce a tratti rassicurante, a tratti inquietante della natura, ma sempre universalistica, dopo l'ascolto del repertorio completo per flauto registrato da Rampal. Così come, a breve, ci sarà bisogno della cerebrale, novecentesca, impietosa e algida cacofonia di Boulez.  

Celibidache e la fenomenologia in musica

Ragionando su di un paio di filmati di Celibidache https://www.youtube.com/watch?v=S9hvDv7OwRQ https://www.youtube.com/watch?v=hXmKdmAZNQQ  (video non più disponibile) si possono fare, tra le molte, anche le seguenti riflessioni: Celibidache, matematico e filosofo, ci parla nel primo documentario di struttura, di polarizzazione, in premessa. La prospettiva bernsteiniana della musica come espressione del sentimento sembra bandita, ma nelle esecuzioni di  Celibidache è pur presente, pertanto si potrebbe pensare che l'intero apparato di spiegazione possa costituire un meccanismo di difesa, come l'intellettualizzazione e la razionalizzazione, di fronte a un lato della musica, quello sentimentale, che viene ritenuto inaccettabile, forse anche a livello sociale (si era negli anni '50, '60 e '70 del '900, in cui il serialismo, la musica contemporanea, la dodecafonia, la musica concreta, la musica fatta di rumori, erano sentiti come obbligatori).  La seconda rif...

Sinopoli 1988 nella seconda sinfonia di Elgar

Sta alla grandezza dell'interprete rivestire di un comune milieu culturale, rendendoli partecipi della temperie tipica de più grandi affreschi sinfonici, anche opere e autori che tra scrupolose virgolette possiamo definire "minori". E' il caso della seconda sinfonia di Elgar, il cui linguaggio tardo ottocentesco non esime da una sensazione di déjà vu che si situa in un'area indefinita tra Mahler, Bruckner e Richard Strauss. E Sinopoli è comunque in grado di trarne il meglio dal punto di vista retorico-espressivo.

Uomo e natura in Bruckner e Mahler

Le somiglianze: sono contemporanei, tardoromantici, prediligono il sinfonismo con brani di lunga durata e organico orchestrale vastissimo. Mahler scrive in forma sinfonica la storia del mondo, Bruckner solamente la storia della natura. Mancano completamente gli spunti umani, drammatici e tragici nella sua musica che è esclusivamente naturale. Espressione di un mondo fatato, sublime o terribile, ma in cui l’uomo non rispecchia sé stesso e le sue tragedie, come invece avviene in Mahler in cui invece è prevalente l’elemento umano e drammatico, e la natura rappresenta una parentesi tanto idilliaca quanto dolorosa perché ricorda – per contrasto – la tragicità delle vicende umane (vedi p. es. il II movimento della III).

La natura in Bruckner

  A differenza che nella musica di Mahler, in cui essa fa da contraltare ad una condizione umana disperata, la natura in Bruckner campeggia solitaria e ciò che vi viene espresso è la vita stessa della natura al suo interno.   Un bosco popolato casomai da animali e forze magiche e misteriose, ma in cui l’uomo non ha ancora messo piede.   Essa rappresenta il fascino e il mistero della natura profonda e segreta, incontaminata.   E tranquilla.