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Leitmotiv

Uno si aspetterebbe che i leitmotiv (melodie associate ai personaggi di un'opera o a simboli e situazioni ricorrenti nell'opera stessa) fossero un'invenzione di Wagner, quindi della seconda metà dell''800 e invece no, risalgono perlomeno all' Eumelio di Agostino Agazzari, del 1606, come sembrerebbe evincersi da ciò che afferma Flavio Testi alle pp. 126-127 del primo dei due tomi dedicati al '600 della Storia della musica italiana da S. Ambrogio a noi ( La musica italiana nel Seicento , Ed. Bramante, 1972), nel riportare una descrizione del fenomeno (melodie associate ai personaggi) di Nino Pirrotta, alla voce "Agazzari" dell' Enciclopedia dello spettacolo (Roma, 1954).

Mahler, Proust e il tempo discontinuo

Come in Proust, la musica di Mahler porta alla ribalta un io passato, incompatibile con l’io presente e quindi determinante un salto di coscienza, a differenza che nella memoria involontaria di Bergson, in cui la durata reale – il flusso di coscienza alla James – non viene interrotta dal sopraggiungere del ricordo, pur pervasivo e involontario. In Mahler si ha una discontinuità di stati dell’io, in quanto gli stessi temi (parenti dei  leitmotiv  wagneriani), quando si ripresentano, risultano inaspettatamente modificati. Come se non fossero più loro: una persona dallo stesso aspetto e dalla personalità completamente diversa. La musica di Mahler, è la continua evocazione di mondi perduti. Inoltre, è significativo porre l'accento sulla prolissità della musica di Mahler, perché nella sua musica, oltre a questo elemento proustiano di rimpianto per passati mai vissuti, c'è un'altro elemento: la casa felice e serena della musica perpetua. Un'abitazione di cristallo,...