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La testa sott'acqua

  https://open.spotify.com/track/2lOm0w7IyB0Jeb4kzQZSWx?si=MAGlKH3LS6m5soLvmIMDAQ Se non fosse per questa sensazione di apnea, l'interpretazione sarebbe bella.

Ouverture del King Manfred di Carl Reinecke

Genere meraviglioso, che permette di prefigurarsi l'intero dramma di un'opera lirica, senza essere costretti a sorbirsela, ma bensì godendola nei suoi puri valori musicali, ossia puramente strumentali, l'ouverture non si smentisce nel caso dell'opera in oggetto, di Reinecke. L'opera per intero verrà incisa probabilmente tra molto tempo (o mai), e non perché sia peggiore di molte altre, iper-rappresentate, di altri autori, ma solo perché vittima di una congiuntura sfavorevole o di una tradizione meno consolidata. Salvata dall'oblio con un paio d'incisioni, la sola ouverture basta e avanza: così l'ascoltatore può immaginarsi un'opera bellissima.

Una promessa mancata

Riascoltando la seconda sinfonia di Carl Reinecke (primo movimento), si fatica a scacciare l'impressione che, date le premesse boschive e fiabesche, la promessa di una grande storia romantica risulti tradita dall'Autore, perché non si esce mai da un ambito esclusivamente eufonico, intrappolati tra due false versioni di Mendelssohn e Brahms. Manca anche l'elemento dialettico (lo sviluppo non si avverte), sicché il romanticismo ne risulta più decorativo che epico. Anche l'elemento sentimentale del romanticismo (a tacere di quello sensuale) è raffrenato, non venendo peraltro sostituito a sufficienza da una componente magica e misteriosa. Ciò ovviamente a confronto con le opere migliori di Reinecke, perché sul suo essere autore romantico non vi sono dubbi.