Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta Napoli Matteo

Il Luchesi di Plano

Sono contento del fatto che la marea montante delle esecuzioni pseudo-filologiche su strumenti d'epoca con presunto stile esecutivo d'epoca, da cui siamo stati invasi a partire da un certo periodo degli anni '90 fino a tutto il primo decennio degli anni duemila, inizi a mostrare la corda: sciocche e patetiche parodie di rappresentazioni storiche su strumenti inadeguati, il cui suono, fioco e sgradevole, spesso è inudibile e non soddisfa (sono tanti gli interpreti che vi si cimentano, alcuni anche eccellenti, ma il suono è brutto lo stesso).  Invece, le sonate Op. 1 di Andrea Luchesi suonate al pianoforte da Roberto Plano suonano in maniera convincente e mi fanno riallacciare il discorso ad altri post su tale argomento: l'utilizzo del pianoforte per la musica per tastiera di Autori (chi più, chi meno) appartenenti al periodo pre-pianistico è la scelta più indicata a rendere l'intimismo e il potenziale espressivo di tali composizioni. Vale lo stesso per il Bach di Go...

Il Galuppi di Napoli

Nelle sue tre incisioni di varie sonate per tastiera di Galuppi, suonate al pianoforte, Matteo Napoli compie un'operazione analoga a quella di Gould con Bach: rende fruibili e romantizza in senso intimistico (tramite l'uso del pianoforte invece del clavicembalo) brani che, se suonati su strumenti d'epoca, hanno invece un suono dal sapore arcaico. In particolare, la bellezza del suono del pianoforte esalta la qualità delle sonate di Galuppi. Del resto, in barba alle interpretazioni pseudostoricistiche su strumenti d'epoca, o simil d'epoca, tutti i tipi di brani risultano migliori, suonati su questo strumento, anziché sul clavicembalo. Sostenere il contrario, sarebbe come dire che nel medioevo - potendo scegliere - le persone avrebbero preferito un carretto all'automobile, per il solo fatto che l'automobile ai tempi loro non esisteva. Oltre a ciò, c'è da dire che molti movimenti di sonate per vari strumenti di vari autori barocchi consistono in trascrizion...

Sonata per tastiera in re minore Illy 34 di Galuppi

In un'esecuzione impreziosita da raffinatezze di per sé artistiche (Matteo Napoli, 2009, Naxos), il primo movimento di questa sonata di Galuppi ricorda lo stato di grazia di Glenn Gould nell'interpretazione (1971) del primo movimento della Suite inglese in la minore di J.S. Bach, con in più la delizia della presenza e della differenziazione delle appoggiature nella sonata di Galuppi e invece, nella Suite bachiana, la delizia della proposizione di un meccanismo che non trova sosta nelle sue geometrie universali.