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Nota sul secondo movimento della sesta sinfonia di Beethoven

I misteriosi meandri e anfratti del secondo movimento della sesta sinfonia di Beethoven rappresentano un mondo di segrete e pacificatrici assonanze, multiple e richiamantisi in un gioco di rimandi che delineano un Nunc Stans (attimo sublime ed assurgente all’eterno) che giunge a sorpresa in uno dei brani più lunghi, meno appariscenti (e per questo, secondo un luogo comune, meno beethoveniani) del sommo compositore. Qui la difficoltà  per l'interprete è quella  di riuscire a rendere a dovere una miriade di sfumature dinamiche, timbriche e agogiche in un brano di un compositore solitamente così netto. Poi c’è la questione del contrasto/somiglianza tra arte e vita (forse il principale di tutti i luoghi comuni), dato che la sesta sinfonia (serena e gioiosa) fu composta contemporaneamente alla quinta sinfonia, emblematica di drammaticità e tragicità vicine alle vicende umane del Beethoven di quel periodo: sembrano in parte   e a tratti – le due sinfonie – l’una la negat...

Nunc Stans a parti invertite: Pollini 1988, la porta si apre sul secondo di Brahms

Incredibilmente (ma così è la musica), mentre nell'interpretazione del primo concerto di Brahms Pollini 1988 delude rispetto a Pollini 1980 , nel secondo concerto di Brahms Pollini 1988 riesce in pieno là dove Pollini 1977 aveva deluso. Si noti in particolare, nel primo movimento , l'articolazione del fraseggio nella progressione ai minuti dal 7,26 al 7,50 e poi ai minuti dal 14,51 al 15,15. Per definire tale evenienza utilizzerei la metafora del contagio, che ho già utilizzato in Scritti sulla musica (2016)   ai paragrafi 47, 107, 111, 195: come un'aria che coglie le persone inconsapevolmente in alcuni attimi e in altri no, mentre sono intenti a fare delle cose, l'ispirazione viaggia senza sosta da un capo all'altro del mondo e del tempo e si posa ora su questo, ora su quell'interprete, ora sullo stesso in momenti diversi della sua vita, mentre suona brani uguali o differenti.

Minuto 5,40 18 anni dopo: la porta non c'è più

Nell'edizione del 1988, con Abbado sul podio dei Berliner , Pollini non ripete la magia dell' edizione del 1980 del primo concerto di Brahms per pianoforte e orchestra (allora l'orchestra erano i Wiener e il direttore era Bohm ). Senza sapere con certezza perché (i tempi sono simili, il pianista è lo stesso), la magia non si ripete. Per esempio, nel passo al minuto 5,40 (il conto dei secondi è quasi uguale nelle due edizioni) non si verifica l'accesso al mondo parallelo che si era verificato nel 1980. Non ha luogo il Nunc Stans . Dinamica? Timbro? Agogica? Non si riesce a stabilire con certezza quale combinazione di tali fattori fa sì che in un caso si abbia un'esecuzione letteralmente dell'altro mondo e nell'altro invece no.

Il Nunc Stans e Brahms

Il Nunc Stans e l’ hic et nunc . Mentre il primo è l’attimo che diventa eternità, il secondo è l’attimo fuggente dei cirenaici . La musica oscilla tra questi due poli. Poniamo Brahms , per esempio. In Brahms i due poli sono alternativi e spesso rudemente non integrati tra loro. Ciò significa che, ad esempio nel primo concerto per pianoforte di Brahms , vi sono dei laghi blu, o bagliori, corrispondenti al Nunc Stan s, alternati con dei momenti di Streben qualificabili come hic et nunc . Parrebbe ovvio concluderne che tale non integrazione corrisponde a una mancata integrazione del risultato artistico, invece non è così. Anche se in Brahms i momenti di Nunc Stans baluginano – non integrati – tra le maglie della struttura formale, il risultato ne è che la “veduta di scorcio” dei Nunc Stans medesimi risulta ancora più sublime. Se poniamo il sublime come condizione di veduta dall’alto di una felicità inconsapevole, la musica di Brahms ne incarna pienamente l’ideale. La vita program...

Il Nunc Stans e Beethoven

Il Nunc Stans e il problema del dinamismo beethoveniano . Il Nunc Stans è l’attimo sublime che diviene eterno perché è come una veduta di scorcio del paradiso, non importa quanto lunga o breve. Se noi paragoniamo questo ai momenti di dinamismo (le esplosioni del fortissimo in seguito a tensioni agogiche e dinamiche, i ritmi e gli andamenti marcati e concitati, l’espressione gioiosa, ecc...) notiamo come queste facciano parte del coté della volontà di potenza e come riportino al versante umano dell’espressione musicale. Come si conciliano questi due versanti? Il primo movimento della quarta sinfonia di Beethoven ne è un esempio eclatante. L’introduzione lenta risponde alla prima istanza (Nunc Stans) mentre l’inizio effervescente del primo tema è un esempio della seconda esigenza. Le due non si pongono in contraddizione e non si annullano reciprocamente, ma sono senz’altro in rapporto dialettico tra loro. Si tratta di stabilire la vera natura di tale rapporto. Io propenderei per...

Il Pastor Fido e la romantizzazione del Barocco

La necessità di romantizzare il Barocco musicale mi venne dall’ascolto di alcune sonate del ciclo Il Pastor Fido di Vivaldi (in particolare la sonata in sol minore RV 58) che Maxence Larrieu suonò in un teatro milanese non distante dal Conservatorio di musica Giuseppe Verdi negli anni ’90 del XX secolo. Presto capii che la dimensione colà espressa trascendeva la preconcezione di un Barocco musicale e di un Romanticismo musicale legati alla storia della musica e ne proiettava l’unità (un’iper-romantizzazione) nei cieli dell’universo.   Il romanticismo che ne scaturiva, in senso astorico e universalistico (non mi spingo a dire metafisico) riguardava il quotidiano ed il dialogico.   Ma del resto il dialogo tra sentimenti diversi caratterizza l’ Empfindsamer Stil , rispetto all’unità del sentimento del primo Barocco, prescritto dalla Teoria degli affetti.   Quel dialogo quotidiano, assurgendo ad assoluto, rappresentava il Nunc Stans di schopenhaueriana me...