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Storia degli stili musicali attraverso le epoche oppure attraverso le singole opere dei vari autori

Nei suoi Fondamenti di storiografia musicale (Tit. Orig.:  Grundlagen der Musikgeschichte , Koln, Arno Volk Verlag Hans Gerig K.G., 1977; tr. it., 1980, Discanto Edizioni, Fiesole), Carl Dahlhaus pone la questione di cui all'oggetto. Nell'ambito delle sue articolate argomentazioni, trovo di particolare interesse lo spunto in cui Dahlhaus pone come un problema la sussistenza di stili attraverso le epoche (e i vari pregiudizi connessi a tale fondamento storiografico) o, per contro, la sussistenza solamente di stili all'interno delle singole opere o comunque caratterizzanti i singoli autori, senza che questi stili siano comuni a vari autori o costituiscano tratti specifici di un'epoca. Uno dei tantissimi esempi calzanti in merito a tale questione potrebbe essere rilevato a proposito dello stile sensibile o sentimentale che pure Dahlhaus cita all'interno di tale saggio (cap. 2: "Storicità e carattere artistico", p. 25). Mi riferisco per esempio al fatto che a...

Primo movimento del concerto per flauto e archi di Quantz in do minore, n. 108, QV 5:32

Vi è quel brevissimo frammento di frase di una bellezza esasperante, quasi un motivo che esce allo scoperto per pochi istanti, con un effetto di sorpresa analogo a quello della spuma del mare che s'abbatte all'improvviso sugli scogli, ma che non viene sviluppato e che la parte del flauto solista non enuncia mai, e gli archi solo due volte, una all'inizio e l'altra alla fine del brano: una di quelle perfezioni in piccolo che da sole valgono tutta la musica, il mondo, la vita. L'incisione cui faccio riferimento si trova al CD n. 20  di Rampal, The Complete Erato Recordings , III 1970-1982 ed è stato registrata da Rampal nella Villa Simes il 22 e il 23 ottobre del 1982 a Piazzola sul Brenta.