L'Eden mozartiano
Se ci troviamo nell’Eden mozartiano,
l’imperativo è la dimenticanza dei mali del mondo. Tale è il
motivo per il quale la prima impressione del mondo mozartiano
sull’ascoltatore è quella del ristoro. Le pene del mondo vengono
dimenticate a favore dell’epifania di un mondo parallelo nel quale
tutto fa parte del circolo della bellezza, pertanto ogni impulso
drammatico, ciascun colpo di scena – pure presenti in varia foggia
e misura – devono rientrare e rientrano nel circolo della bellezza,
ivi conglobati perché quel mondo rappresenta il mondo, ma investito
di luce positiva, o quale copia positiva, quale mondo parallelo, o
superiore, o sognato, o ideale. Pertanto il male non è superato
perché non si contrappone quale mondo a sé, ma fa parte di quel
mondo, mescolato insieme a tutte le altre sfumature che lo connotano.
Nella composizione mozartiana pertanto non vi è volontà di concatenazione ferrea degli eventi musicali, perché non v’è
dimostrazione di alcunché. La successione ha senso quando si vuole
dimostrare qualcosa (la successione come concatenazione logica degli
argomenti). Ma quando si ha una successione di sensazioni, o
immagini, o mondi (meglio: mondi rappresentati ove v’è unità tra
uomo e natura, tra sensazioni, immagini e mondo, ossia l’Eden),
essi possono presentarsi in una sequenza, oppure in un’altra,
secondo una logica che non è quella della dimostrazione razionale, o
della dialettica evolutiva, o dello scontro drammatico, ma è una
logica del susseguirsi come casuale di eventi quotidiani che – proprio
perché tutti bellissimi, o edenici - danno a quella casualità
l’equivalenza di un ordine divino. Tale è il mondo di Mozart in
confronto a quello di Beethoven. Là dimostrazione, qui Eden, là
concatenazione come dimostrazione dell’ordine divino, qui
casualità come presentazione della grazia divina (non intesa come
perdono, ma come bellezza in movimento). Mozart è alla scoperta continua delle bellezze del mondo, mentre Beethoven intende dimostrare l’esistenza della giustizia divina nei confronti dell’uomo
e delle sue vicende.
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