Kempff

Non capisco il coccodrillo di Villatico. Non lo capisco perché il caldo intimismo, o se si preferisce il classicismo non algido di Kempff, che ne è la cifra caratterizzante di interprete, sembra sfuggirgli. Si ascoltino, di Kempff, oltre ai concerti n. 21 e 22 di Mozart, anche le sonate Patetica, Chiaro di luna e Appassionata di Beethoven. Non vi è un passo in cui la semplicità venga a mancare, con ciò ottenendo il massimo dell'espressività con il minimo sforzo. Che si chiami questo Rasoio di Occam o sprezzatura, il concetto è il seguente: vi è una indimenticabile linearità. Mi sembra che anche Rattalino, nelle sue opere, non si profonda in elogi sullo stile di Kempff. Mentre invece io non ho presente, per esempio, il motivo o i motivi per i quali Backhaus, altro capostipite della tradizione pianistica tedesca, dovrebbe, a parer di alcuni, essere di molto superiore a Kempff.

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