Il moto perpertuo in musica

Il moto perpetuo è là, a ricordarci la perenne esistenza del meccanismo e a rivestirlo di un afflato divino, come se esso potesse uscire dalle sue proprie maglie e trasformarsi in creazione e in futuro. In realtà, noi sappiamo che il meccanismo opera secondo sue leggi che non sono né umane, né artistiche: ma ci piace immaginare il contrario. Ecco spiegato anche il fascino della forma del tema e variazioni, dove l'aspetto della meccanicità della ripetizione del tema è variato e stravolto, fino a renderlo umano o disumano, abietto o sublime, secondo una logica meccanica che però al tempo stesso è ideata apposta per sfuggire al meccanismo.

Commenti

Post popolari in questo blog

Mahler, Proust e il tempo discontinuo

Il secondo movimento della settima sinfonia di Beethoven

Il Nunc Stans e Brahms