Analisi estetica di tre movimenti della prima sinfonia di Tchaikovsky



Come indicazione generale si può porre l’accento sulla forma del sinfonismo di Tchaikovsky, rilevando come non tanto la forma sonata, quanto la tensione dinamica costituisca strumento espressivo privilegiato.
Lunghi crescendo dal pianissimo al fortissimo e poi ancora al pianissimo costituiscono il nucleo formale stesso della composizione, e rivelano la vena drammatica di Tchaikovsky, altrettanto sviluppata di quella serena, lirico-melodica.
Mentre il primo movimento costituisce appunto un esempio della capacità del Compositore di creare grandi scenari in tensione emotiva perenne, il terzo è uno scherzo che, come trio, ha uno splendido valzer.
L’ultimo movimento è in forma di marcia, ed inaugura i tipici finali di sinfonia tchaikovskyani, che partono in sordina (piano e adagio) per poi concludere con un immancabile tripudio sonoro.

Il carattere della musica di Tchaikovsky è definibile con una parola, “sentimento”, che è il crisma della musica romantica, ed è il sentimento, nella miriade delle sue sfumature, ciò che trova espressione diretta anche in questa prima sinfonia. A tal proposito non si può non rilevare come il talento sinfonico di Tchaikovsky non abbia finora goduto della popolarità che si merita (salvo forse il caso della celeberrima Patetica) rispetto a colossi della sinfonia come Beethoven, Brahms e Mahler, e questo forse è dovuto al luogo comune, purtroppo in voga presso il grande pubblico, sul “sentimentalismo” del Nostro.

Che non si tratti di sentimentalismo, ma di una ben precisa estetica della passionalità, lo testimonia l’estrema perizia tecnico-formale di Tchaikovsky, che non dà mai luogo ad una serie di ispirazioni musicali slegate ed informi, bensì ad un progetto di scatenamento del sentimento rimasto forse insuperato lungo l’intero arco della storia della musica.

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