Gould e Bernstein 1962 nel primo di Brahms


Glenn Gould al pianoforte e Leonard Bernstein come direttore interpretano il primo concerto per pianoforte e orchestra di Brahms, dal vivo, nel 1962, con la Philarmonic-Symphony Orchestra, in un'esibizione che è stata anche registrata e incisa.
Bernstein dissente pubblicamente, comparendo sul palco prima dell'inizio del concerto, dall’interpretazione di Gould, trovandola molto severa, lenta e del tutto ignara delle indicazioni dinamiche espresse dall’Autore. Quello di Gould è un taglio interpretativo di tipo a-storico che mira, nelle sue intenzioni, a garantire continuità tra le parti solistiche e quelle orchestrali, smussando,  anziché enfatizzarli, i contrasti tra solista e orchestra e tra temi “maschili” e “femminili”. Il taglio è a-storico nel senso che al pianista canadese non interessa sottolineare la forma sonata che pure Brahms, sulla scia del suo maestro ideale Beethoven, utilizzava con tanto di implicazioni ideali (il dolce ed il percussivo costituiscono in generale nella forma sonata una coppia obbligata e in particolare in quest'opera rappresentano due mondi complementari carichi di simbologia preromantica).
Bernstein avrebbe preferito, con la sua argomentazione pubblica sull'esigenza di un maggior grado di ortodossia e di una maggiore adesione alle indicazioni dinamiche presenti in partitura, dare la giusta enfasi ai conflitti, offrendo così alla sua propensione per l’esaltazione la possibilità di esprimersi. Ma il contemplativo Gould, che ha evidentemente in odio l’adrenalina, impone una sorta di gigantesco clima lirico in cui l’intera parte del pianoforte viene a trovarsi contrapposta alla parte dell’orchestra, cui Bernstein conferisce ansia drammatica. Il risultato è comunque ben lontano da quel senso di continuità auspicato da Gould. Infatti, in questa edizione, le parti solistiche si presentano come una sorta di “assoluto lirico”. Esse risultano molto distanti non solo, come voleva quindi Gould, da un'idea di doppia contrapposizione tra i temi maschili e quelli femminili, tipici della forma sonata e della forma del concerto in particolare (in cui la contrapposizione risulta raddoppiata dalla doppia esposizione, prima dell'orchestra e poi del solista), ma anche dall'effettivo suono orchestrale. In particolare, il fatto che l'escursione agogica e quella dinamica dell'orchestra sono molto maggiori rispetto a quelle del pianoforte dà un effetto di disomogeneità al brano, anziché di maggiore omogeneità, come voleva Gould. Vero è che, nonostante tutto, questa rimane una delle più belle edizioni del primo concerto per pianoforte e orchestra di Brahms.


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