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Se penso

Se penso al fatto che non c'è (o quasi) nemmeno una edizione su cd, nel circuito commerciale attuale, della Barcarola e scherzo per flauto e pianoforte di Alfredo Casella che è uno dei brani di più lussureggiante romanticismo cameristico mai creati, dovizioso di gemme stilistiche e di potere immaginifico, altamente notturno, non solo nell'ambito della letteratura flautistica, ma nel repertorio cameristico in generale e nella storia della musica tout court .

Trilogia romana di Respighi secondo Ozawa & BSO 1979

Se è vero che Ozawa è un autorevole interprete del repertorio orchestrale tardoromantico di area non strettamente tedesca, questa incisione ne costituisce conferma. In un gruppo di poemi sinfonici come questo, in cui Respighi coniuga uno stile non lontano da quello di Debussy con alcuni motivi popolareschi nostrani e con una verve ritmica non sempre presente in Debussy stesso, Ozawa riesce a dare un'interpretazione unitaria e sfumata, con una notevole attenzione alla dinamica e al colore del suono e con la sua abilità nel lasciare indefinito ciò che non è definito, badando - romanticamente - più a ciò cui la musica allude che a ciò che la musica eesprime in contorni netti.

La capacità sinottica e il sublime

Quando, in uno dei post precedenti, abbiamo parlato della rara qualità sinottica di Karajan, in realtà abbiamo affermato qualcosa che ha un'importante implicazione: se il sublime è veduta dall'alto, la capacità sinottica sarà capacità di evocare il sublime. Occorrerà dunque riflettere su tale direzione di ricerca.

Rubinstein 1949 nel concerto per pianoforte di Grieg

Nell'enunciazione pianistica del primo tema del primo movimento e lungo tutte le relative frasi e semifrasi, Rubinstein genialmente dà un tocco di svenevolezza all'ultima nota della frase e semifrase, suonandola più piano delle altre, cogliendo in pieno - con questo ed altri accorgimenti stilistici -  lo spirito del romanticismo originario, nella sua purezza e slancio giovanile, velleitari e struggenti. Ciò vale anche per l'enunciazione pianistica, lirica e distesa quant'altre mai, del secondo tema del primo movimento stesso. E' come se Rubinstein possedesse le basi del romanticismo statu nascenti , ossia del proto-romanticismo, e fosse in grado di dispiegarle agevolmente, in ciò aiutato dall'accompagnamento dell'orchestra della RCA e da Antal Dorati.

Karajan 1973 in Don Juan di Richard Strauss

Nel dispiegamento della potenza sonora e del controllo virtuosistico, Karajan riesce a dare un'immagine riassuntiva dell'opera che potrà non essere sempre arricchita del dettaglio particolare, ma viene sempre presentata nel suo impianto generale in modo inequivocabile e comprensibile. Questo è il valore aggiunto delle sue interpretazioni e - in certo senso - tale cifra stilistica compendia quanto segnalava in un libro-intervista ( Maestro ,   di Helena Matheopoulos) Seiji Ozawa, per il quale la nota saliente dell'apprendistato da lui fatto con Karajan era costituita dalla capacità di legare tutte le note, non interrompendo mai il fluire della musica. Ne discende la chiarezza sinottica delle interpretazioni di Karajan che noi qui segnaliamo e che è un dato da altri non altrettanto segnalato, rispetto all'arcinota cura di Karajan per il bel suono orchestrale, per la potenza e per il virtuosismo.

Antal Dorati 1981 in Don Juan di Richard Strauss

Credo che - dopo quanto hanno avuto da dire Karajan, Sinopoli e Boulez su Richard Strauss (anche se non tutti specificamente su quest'opera) - sia difficile per qualunque interprete mettere in luce altri aspetti significativi dei lavori per orchestra  dell'Autore. Ciò non significa che tentativi come questo, o quelli di Maazel, per esempio, siano poco significativi, ma riesce difficile discernere spunti di significatività, nei passi specifici e nel complessivo approccio all'opera, in confronto a quegli interpreti che, scavando in diverse direzioni nella profondità di lavori come questo, hanno trovato filoni preziosi ed in qualche modo, per certi versi, ineguagliabili ed irripetibili.

Tra espressionismo e contemporaneità

Noi possiamo rinvenire già in Mahler e in Strauss le radici dell'espressionismo, con ciò qualificando l'espressionismo come epigono del romanticismo musicale. Se invece prendiamo le avanguardie musicali successive all'espressionismo, noi notiamo che la componente romantica viene forclusa. Tale forclusione ha portato all'abbandono della platea allargata dei fruitori i quali si sono rivolti ad altri generi. Tale raffreddamento, e non direttamente l'atonalità o la dodecafonia, ha determinato un allontanamento del pubblico. Prova ne sia che molti assistono a concerti di Schoenberg, Berg e Webern, oltre che di Mahler e Strauss, mentre ben poco seguito hanno le avanguardie del secondo dopoguerra del '900.