Il cambio di pettinatura della donna amata

 Così come il cambio di pettinatura cambia il volto e quasi la personalità della donna amata, allo stesso modo nell'esecuzione della musica barocca dare un diverso valore metrico alle appoggiature definisce un'interpretazione completamente diversa del brano, secondo le scelte che vengono effettuate. Così, per esempio, nell'adagio del concerto in sol per flauto e archi di Pergolesi, dare una minore durata all'appoggiatura del mi sul fa diesis nella frase iniziale, come fa Rampal/Scimone 1976, rispetto a Rampal/Ristenpart 1963 (singolare il fatto che Rampal/Ristenpart 1955 faccia come Rampal/Scimone 1976), può dare un'aria maggiormente dinamica e forse meno rigorosa (ma più affascinante) all'intera prima frase e perciò, forse, all'intero brano. Tralasciamo pure il fatto che per il concerto in sol potrebbe trattarsi di uno pseudo-Pergolesi, altrimenti la ricerca della verità interpretativa potrebbe apparire sempre più faticosa e la stessa verità sempre più lontana. Così come tralasciamo il fatto che a parità di modo di suonare tale appoggiatura, Rampal/Ristenpart 1955 risulti più mitico di Rampal/Scimone 1976: il mono e la sua aura di lontananza c'entrano qualcosa? O forse si tratta del suono penetrante di spaventosa purezza, in grado di "bucare" lo schermo bidimensionale del mono? O ancora, una cura dei dettagli nel fraseggio che ritroviamo solo nel giovanissimo Rampal?

Commenti

Post popolari in questo blog

Il sublime in musica

Il problema dell'interpretazione

Celibidache e la fenomenologia in musica