Il beethovenismo empatico di Cramer

Quello di Cramer è - in ambito sonatistico - un beethovenismo empatico, in cui non vi è quella furia programmatoria di Beethoven, per la quale si deve per forza dimostrare qualcosa (fatto che Jankelevitch stigmatizzò, come ho notato, oltre che qui sul blog, in alcuni miei lavori): vi predomina invece l'amore per le strutture ripetitive e per le assonanze intuitive.

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