Lo schizzo come genere musicale e la rinascita della Teoria degli affetti nell'Ottocento

Traendo spunto dalle interessanti voci di DEUMM "Albumblatt", "Charakterstuck" e soprattutto "Salonmusik" (di Dalmonte), si può definire lo schizzo (al pari del "foglio d'album", della "bagatella", del "capriccio", dell'"impromptu" e del "momento musicale") come un genere musicale che - per il pregevole carattere della sua brevità - ripropone in pieno Ottocento la barocca Teoria degli affetti (un solo sentimento alla volta), depurando il romanticismo musicale del suo aspetto dialettico. Inoltre, come tutti i generi cosiddetti minori, lo schizzo ha il pregio di spezzare l'aspirazione alla monumentalità, alla retorica della potenza e a quella dell'infinito che condizionarono pesantemente gran parte della musica romantica.

Commenti

Post popolari in questo blog

Il sublime in musica

Il problema dell'interpretazione

Celibidache e la fenomenologia in musica