Post
Handel e l'interpretazione dell'estetica musicale e vocale
- Ottieni link
- Altre app
Nei molti bei saggi di ascendenza squisitamente filosofico-teoretica sull'estetica dell'interpretazione, che l'autore tratta commentando vari autori che ne hanno scritto, proponendo una prospettiva storica per dipanarne i molti temi, non sarebbe spregevole rammentare, quale postilla decisiva per la questione delle origini del bello, nell'interpretazione, nella collaborazione e contesa tra musica vocale e musica strumentale, il fatto che, per esempio in Handel, ma in molti altri autori, lo stesso brano viene riproposto sia per strumento solista e accompagnamento, sia per voce e accompagnamento, prova evidente, questa, che perlomeno alcuni brani strumentali sono pensati anche per il canto e che alcuni brani vocali sono godibili anche solo per la loro melodia, aldilà del testo.
Sonata di Franck
- Ottieni link
- Altre app
Nell'ambito di un'incisione per lunghi tratti elegantemente impreziosita da un suono bello e da una precisa scansione ritmica, sembra che sfugga agli interpreti il fatto che, con questa sonata, siamo di fronte al non plus ultra del romanticismo cameristico. Troppa sobrietà rischia di apparire pedantescamente scolastica: andarsi a risentire le interpretazioni di Perlman/Ashkenazy, di Galway/Argherich e di Oistrakh/Richter.
Capriccio per violino e orchestra di Penderecki
- Ottieni link
- Altre app
Strepitoso per potenza, virtuosismo baroccheggiante e ispirazione dai rumori, come in Boulez, per sgradevolezza, come in Maderna, con in più una vena narrativa in cui le forme classiche vengono preservate. Il concerto per piano si aggrega invece in modo più netto alla corrente romantico-melodica russa che va da Tchaikovsky a Prokofiev, da Shostakovich a Khachaturian.
Canti di prigionia
- Ottieni link
- Altre app
Bellissmo, aereo, angelico, divino. Sarebbe interessante approfondire la storia delle composizioni create, come questa, sul motivo melodico della sequenza medievale del Dies Irae (Berlioz, Liszt, Mahler, Rachmaninov...), così come di tutte quelle create sul motivo della danza portoghese della Folia.
Beethoven, Gulda, concerto per pianoforte n. 4
- Ottieni link
- Altre app
Il gran rifiuto
- Ottieni link
- Altre app
Ho sempre pensato che vi fosse qualcosa di più di una semplice serie di circostanze, se il più grande flautista del mondo, francese, si rifiuta di suonare una composizione per flauto a lui specificamente dedicata da parte del più grande compositore francese di musica contemporanea. Escluso che l'allergia riguardasse lo stile contemporaneo (Jolivet lo era altrettanto ed era amato da Rampal), la spiegazione non può che essere la più assoluta, algida cerebralità della sonatina: con la sua musica Boulez riesce nell'intento di annientare la cantabilità e il sentimentalismo, valori troppo cari a Rampal perché egli potesse rinunciarvi.
Bruckner, nona sinfonia, Celibidache, Orchestra filarmonica di Monaco
- Ottieni link
- Altre app
Ci voleva proprio una musica di ampio respiro, voce a tratti rassicurante, a tratti inquietante della natura, ma sempre universalistica, dopo l'ascolto del repertorio completo per flauto registrato da Rampal. Così come, a breve, ci sarà bisogno della cerebrale, novecentesca, impietosa e algida cacofonia di Boulez.
Potpourri di Giuliani
- Ottieni link
- Altre app
Quale diversa attitudine noto, proprio in questi giorni in cui finivo di ascoltare l'integrale delle registrazioni di Rampal per l'Erato, in questa flautista che ha un atteggiamento opposto al grande flautista francese, tanto quello è estroverso e propenso al do di petto, questa invece è interiore e propende all'intimità anche in un autore come Giuliani che pure, al pari di Mercadante, ruota nell'orbita di un registro stilistico rossiniano che potrebbe apparire ad alcuni fin troppo semplice e "bandistico". Regge al confronto anche il grande duo concertante (altrimenti denominato "Grande sonata"), op. 85, del quale pure Rampal ha lasciato su vinile un'interpretazione memorabile che ancora non è ancora stata riedita su CD.
Pastor fido
- Ottieni link
- Altre app
Rampal affronta la sonata n. 6 di questo grandioso pseudo-Vivaldi come un tenore che deve fare udire fino al loggione il do di petto, a differenza del Larrieu che udii dal vivo negli anni '90 del '900, tutto interiorità e sottile equilibrio (ma sarà stato veramente così, oppure la memoria ha ricostruito?). A differenza di altri esecutori, Rampal grazie a tale piglio non si fa trovare impreparato nei passaggi virtuosistici dell'ultimo movimento.
Adagio del concerto in sol maggiore per flauto e archi di Telemann
- Ottieni link
- Altre app
Primo e ultimo movimento del concerto per flauto RV 441 di Vivaldi
- Ottieni link
- Altre app
Concerti di Vivaldi per flauto e archi
- Ottieni link
- Altre app
Quando certi luoghi del repertorio flautistico sono così visitati e quindi così abusati, occorre la freschezza delle origini, ossia delle prime interpretazioni del dopoguerra come queste, in seguito al successo delle quali quei luoghi divennero appunto troppo visitati e abusati. Qui Rampal, Veyron-Lacroix e Ristenpart restituiscono a Vivaldi quel fascino da giardino alla francese del '700 che nelle interpretazioni successive si è un po' perduto.
Il miglior concerto in sol maggiore per flauto e orchestra di Mozart
- Ottieni link
- Altre app
La migliore edizione, nel senso di interpretazione, del concerto in sol maggiore di Mozart per flauto e orchestra. È suonato "troppo bene" nel senso che (e sono consapevole della gravità dell'affermazione) i concerti di Mozart per flauto non meritano tanta importanza, impegno e attenzione. Sono brani leggeri, con i quali l'interprete, anziché avere un atteggiamento di devozione sacrale, dovrebbe prendersi tutte le libertà che vuole.