Pastor fido

Rampal affronta la sonata n. 6 di questo grandioso pseudo-Vivaldi come un tenore che deve fare udire fino al loggione il do di petto, a differenza del Larrieu che udii dal vivo negli anni '90 del '900, tutto interiorità e sottile equilibrio (ma sarà stato veramente così, oppure la memoria ha ricostruito?). A differenza di altri esecutori, Rampal grazie a tale piglio non si fa trovare impreparato nei passaggi virtuosistici dell'ultimo movimento.
 

Commenti

Post popolari in questo blog

Mahler, Proust e il tempo discontinuo

Il secondo movimento della settima sinfonia di Beethoven

Il Nunc Stans e Brahms