Post

I limiti di Gallois

In questa  come in altre opere per flauto di altri autori (si pensi per esempio ai concerti di Devienne da lui incisi), il suono di Gallois, che già parte esile, si fa sempre più sottile a mano a mano che il brano procede, fin quasi a scomparire. E poi, perché l'orribile scelta pseudo-filologica di eliminare il vibrato? 5 e 1/2.

Una buona alternativa all'arte di Jean-Pierre Rampal: Eckart Haupt

In realtà, ascoltando molto bene la sua produzione (tutta è impossibile, perché incise più di 300 dischi non ancora raccolti in un'unica edizione) notiamo che l'unico Rampal veramente inarrivabile è quello della fine degli anni '70 del secolo XX (forse perché stimolato dalla competizione con l'emergente James Galway), mentre sia nei decenni precedenti quel periodo, sia in quelli successivi, il suo suono fu trascurato in molte esecuzioni ed altresì in alcune incisioni (i video su Youtube e i cd con tonnellate di note scrocchiate, aldilà delle divinizzazioni dei fan, sono lì a dimostrarlo). Trovo invece che per precisione esecutiva, per bellezza del suono, nonché per profondità di interpretazione negli autori barocchi, il tedesco Haupt, infinitamente meno noto di Rampal, gli sia superiore in più di un'esecuzione.

L'Appassionata di Ashkenazy

Spaventosa per l'irruente energia inesauribile, in riferimento soprattutto all'ultimo movimento, rimane una delle migliori versioni della sonata beethoveniana. Nella coda non è possibile lo stacco agogico con il relativo accelerando, come in Backhaus, perché Ashkenazy vi arriva già velocissimo e irrefrenabile, pertanto la coda stessa perde, rispetto a Backhaus, un po' di potenza. Ma l'intera esecuzione del brano è tenuta da Ashkenazy talmente su di giri, da risultare inarrivabile.

Mahler e Strauss

In una rassegna come quella dei concerti per vari strumenti composti da Richard Strauss e incisi, per esempio, da Tuckwell, Belkin, Gulda e Ashkenazy, si nota tutta la vena fluentemente romantica dell'Autore, debitore di Schumann, Schubert e prima ancora della tradizione di Beethoven e Brahms e che interpreta, pur in veste di epigono, il grande genere romantico del concerto per strumento solista e orchestra con schietta fantasia e passionalità, in contrapposizione al mondo dolente e cupo del suo contemporaneo Mahler, spesso decadente nei toni. Differenza che notava, pur parteggiando per Gustav, la moglie Alma la quale peraltro non sempre mostrava di apprezzare le sottigliezze stilistiche del marito, come quando, per esempio, diede della composizione di tipo "haydniano" alla quarta sinfonia, che invece è un vero miracolo di rimpianto.

L'accezione emotiva dei crescendo nelle progressioni orchestrali per i direttori d'orchestra anglofoni

Mi riferisco alla temperie emotiva di tipo ottimistico-trionfalistico con la quale si colorano i crescendo delle progressioni orchestrali per direttori quali Bernstein o Solti, a differenza che per i direttori di area germanica, per i quali i crescendo possono essere con altrettanta probabilità (e forse in modo preponderante) terrificanti o sovrumani, o comunque espressione più di aspetti legati alla potenza, con i lati oscuri ad essa connessi, che alla gioia, allo slancio vitale di tipo bergsoniano. 

All'origine

Non è la fonte di ispirazione che deve interessare, ma il risultato: ecco perché la musica a programma non va valutata a priori , né per una sua efficacia, più o meno presunta, nel descrivere qualcos'altro rispetto alla musica stessa. Credo che il suo lascito, in molti casi immenso, sia da valutare di volta in volta.

Ozawa e il repertorio sinfonico tardoromantico

Quale ne è la caratteristica fondante, quale il pregio principale? Direi che vi è in parte la verve ritmica, tipica di Bernstein e la sua attenzione per il colore del suono, in parte il legato e la cura per la bellezza del suono in sé, tipici di Karajan. Ma aggiungerei la capacità, esercitata in incognito, sottotraccia e cioè con sprezzatura, di mettere in risalto, in forme inusitate, sinuose ed al tempo stesso pudiche, la voluttà della melodia: il suo fascino e il suo mistero originari, tipici dello stato di nascita.