Chopinizzazione di Liszt

 Poiché Liszt ha scritto centinaia di brani diversi e ha attraversato diverse fasi creative, a seconda del tipo di programma scelto dall'esecutore viene fornita un'interpretazione e una versione culturale completamente diversa di questo Autore. Nel caso delle incisioni di Lilia Zilberstein 1996, di Valentina Lisitsa 2013, nonché, in parte, di Khatia Buniatishvili 2011, vengono fornite interpretazioni di Liszt, tramite la scelta del programma offerto, che oscillano tra il religioso e il salottiero, escludendo in parte il Liszt più d'avanguardia (ricercatore) o quello più inquietante (del parossismo stilistico e virtuosistico). Sembra quasi che prevalga, nella scelta dei programmi di cui sopra (l'importanza della scelta dei brani, ossia del programma, per la storia della cultura, è fuori discussione, cfr., p.es., di Piero Rattalino, Piano recital: l'evoluzione del gusto musicale attraverso la storia del programma da concerto, 1992) una visione personale di tipo irriflessivo e di facile orecchiabilità, anziché una ricerca di possibili direttrici culturali più sostanziose. Anche se questa, a sua volta, può sembrare una critica soggettiva, è però motivata dal fatto che non si vede quale novità ci sia nel riproporre un Liszt a tratti salottiero, tramutandolo in parte in una sorta di stereotipo di Chopin.

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