Post

Dussek

In tema di romanticismo ante litteram , ma un po' velato e un po' inconcludente, sono da segnalare le sonate per tastiera di Dussek, per il quale la qualifica di minore non mi sembra così inappropriata.

Preclassici o preromantici?

Fautori delle sperimentazioni espressive più ardite, i preclassici (che poi in musica sarebbero i preromantici) hanno in CPE Bach il loro capostipite. Ascoltare tutti di fila i suoi concerti per flauto e archi è illuminante a questo riguardo.

Friedrich Kalkbrenner e il calco della forma sonata

Friedrich Kalkbrenner sembra corrispondere in pieno all'esasperazione di tipo hegeliano che alcuni teorici dell'ottocento (come Adolf Bernhard Marx) diedero alla versione beethoveniana della forma sonata, esasperazione così ben descritta da Dahlhaus e da Charles Rosen nei loro testi. Ad esempio, egli sembra corrispondervi con le sue sonate per pianoforte, tutte di pregevole fattura e tutte aderenti ad un "calco standard" di forma sonata.

Ouverture del Franco cacciatore di Weber

Questa ouverture è così bella, così piena di presagi e di inventiva, è così allusiva (adombrando una serie di categorie dello spirito, in primis  quelle dell'avventura e della gioia), che non mette proprio conto di ascoltare l'opera.

Il terzo movimento della quarta sinfonia di Mahler diretto da Kubelik

Assistito da un'orchestra dai colori e dal virtuosismo unici come la Symphonieorchester Des Bayerischen Rundfunks, Kubelik esprime qui il bizzarro e l'atroce in modo ancora più tipico di quanto riuscì a fare Bernstein con i Concertgebow, e collocandosi - nell'interpretazione di questo celebre movimento - più vicino a Boulez che ne mostrò l'ironia (mentre a Bernstein invece riuscì di immedesimarsi interamente nel dolore e nella passione che qui vengono espressi). Queste ed altre consimili riflessioni sulla quarta di Mahler , oltre che qui sul blog, anche in alcuni dei miei testi .

L'ouverture dell'Oberon di Weber secondo Kubelik

La vertigine è patrimonio di alcuni grandi direttori. Tra questi, Kubelik, con la Bavarian Radio Symphony Orchestra, la esprime in grado sommo (con perfetto climax ascendente fino al finale) in tale brano, collocandolo a mio avviso, più che in una zona a metà tra l'eroismo romantico e il buffonesco (ciò che costituirebbe la lettura più naturale), in una zona di confine che prefigura nientemeno, quanto a qualità dell'espressione, la seconda scuola di Vienna, per quanto ciò possa sembrare anacronistico.

Il microscopio di Giulini

Come al microscopio possiamo vedere una serie di dettagli che solitamente sfuggono all'occhio, così le interpretazioni dei brani orchestrali di Giulini rivelano, di qualsiasi autore, tracce nascoste e insospettabili, dettagli importanti. Tale effetto viene realizzato principalmente con l'attenzione a due fattori: 1) l'attenzione alla qualità del suono; 2) un andamento generalmente più lento della media degli altri direttori. Inutile dire che i due fattori si tengono insieme. Più si affrontano a velocità moderata i brani e maggiori possibilità si avranno di fare risaltare in maniera accurata e qualitativamente elevata tutti i dettagli sonori. E' una lettura che non manca mai di stupire, anche se alcuni a volte parvero lamentare una minore eccitazione - rispetto alle interpretazioni di altri direttori - dovuta precisamente alla minore concitazione agogica. Altri fattori resi possibili dall'andamento mediamente più moderato sono il vigore del crescendo e la retorica (i...