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Musica, filosofia, psicoanalisi e narrativa: il mio catalogo

Musica, estetica musicale, filosofia, psicoanalisi e narrativa: clicca per vedere il catalogo dei miei testi.

Il secondo movimento del quartetto, Op. 9, numero 2 di Haydn

Scritto intorno agli anni della “crisi romantica” del compositore, questo quartetto e questo movimento mostrano una cifra stilistica che raggiunge i vertici dell’ Empfindsamkeit . Preceduta e seguita da un episodio in stile recitativo, vi è una melodia dal carattere unico per la lunghezza della frase e per la sua estensione che attraversa tre registri, dal medio all’acuto, ancora al medio, fino al grave (per il primo violino) e il cui registro espressivo, in termini estetici, va molto a di là della generica  lamentatio . Inoltre, la chiusa è emblematica di quella sorta di ebbrezza preromantica che colpì molti compositori europei negli anni ‘60-‘70 del ‘700, da quelli della scuola musicale (vocale, ma non solo) napoletana, ai figli di Bach, a diversi compositori ignoti ai più, in particolare dell’area nord-tedesca. Credo vada citata l’incisione storica dell’Aeolian String Quartet, altrimenti quanto sopra citato rischia di risultare incomprensibile.

Sonata per pianoforte n. 33 di Haydn

In questo bel brano (I mov.) il primo gruppetto crea uno spartiacque tra esecutori: a mo' di acciaccatura o di appoggiatura? Gli estremi sono Brendel e Richter. L'importante è crederci. Credere nell'acciaccatura significa restare in tempo; credere nell'appoggiatura significa affondarvi le mani e rallentare senza pentimento (senza restituire?). Lo stile sensibile (come indicato per questa sonata da William S. Newman nel suo The Sonata in the Classic Era , terza edizione, The University of North Carolina Press, 1983, p. 123) emergerà comunque, sol che si creda nella scelta e non si rimanga in una via di mezzo che propone un'inesistente moderazione.

Dahlhaus e l'influenza della filosofia sulla musica

Mi chiedo se Dahlhaus credesse veramente che la filosofia potesse influenzare la produzione dei musicisti, mentre a me pare piuttosto che, da un clima comune, chi scriveva musica, chi scriveva testi filosofici i quali purtroppo (per ignoranza musicale dei filosofi, beninteso) mal riflettevano, se non per nulla, la poetica e l'estetica dei brani dei vari musicisti. Ora, tradurre in parole la poetica espressa con la musica dai vari compositori sarebbe esercizio interessante ed è cosa ben diversa dal riflettere in modo astratto e a-musicale su quale sarebbe una presunta natura della musica o una sua funzione, come purtroppo hanno quasi sempre fatto i filosofi. Certo, vi sono importanti eccezioni (come Jankelevitch), ma bisogna cercarle con molta fatica.

La folia di Albicastro

Si immette nel circuito delle mille follie, sia che di ispirazione gli sia stata quella di Corelli, sia che la follia, serpeggiando, esprima sé stessa tramite i compositori, lungo i secoli.

Dussek

In tema di romanticismo ante litteram , ma un po' velato e un po' inconcludente, sono da segnalare le sonate per tastiera di Dussek, per il quale la qualifica di minore non mi sembra così inappropriata.

Preclassici o preromantici?

Fautori delle sperimentazioni espressive più ardite, i preclassici (che poi in musica sarebbero i preromantici) hanno in CPE Bach il loro capostipite. Ascoltare tutti di fila i suoi concerti per flauto e archi è illuminante a questo riguardo.