Una voce per l'ultimo movimento della Quarta di Mahler

Si dovrebbe utilizzare un soprano leggero. Bisognerebbe evitare un'impostazione vocale da teatro dell'opera, con sfoggio di potenza belcantistica. Bernstein fece cantare un bambino (questa è in effetti la personificazione più azzeccata della voce cantante che decanta le meraviglie di un paradiso di ghiottoni). Potrebbe essere utilizzato un falsettista come Jaroussky o Derek Lee Ragin, o un soprano come Francesca Lombardi Mazzulli, o Rosita Frisani, o Gemma Bertagnolli, o Nuria Rial, o Nora Fischer, con un'impostazione vocale non votata all'esibizione della potenza (o capace di non esibirla). La voce deve avere un timbro soavissimo. Deve sembrare una cosa che si affaccia su una nuova era, un mondo mai visto. Penso che l'interpretazione giusta dovrebbe venire naturale, sol che si seguano le indicazioni poetiche e filosofiche di cui Mahler lasciava ampie tracce per tutti i suoi lavori, per cui non si può certo dire che non si sa quale ne fosse l'humus, il milieu culturale ispirativo. Queste ed altre riflessioni si trovano, oltre che qui sul blog, anche in alcuni dei miei scritti.

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